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Gin Giapponese

Nonostante il Gin non sia la prima associazione che si ha quando si tratta di distillati giapponesi, con l’ascesa del whisky giapponese le persone sono diventate sempre più interessate alle esportazioni del paese, creando un’occasione per i distillatori locali di diversificare la produzione, introducendo una versione autoctona del Gin. Essendo in produzione solamente dal 2016 le distillerie artigianali di Gin giapponese hanno dovuto confrontarsi con quelle più consolidate europee, dimostrandosi all’altezza delle aspettative, dando prova di un nuovo stile che si è adattato perfettamente alla cultura e alle tradizioni nipponiche. Al fine di distinguersi dal mercato già esistente i produttori di gin giapponese hanno deciso di proporre una tipologia di Gin con un numero ridotto di botaniche, includendone di indigene come: il tè verde, i fiori di pesco, il pepe Sanchu e Sichuan, accuratamente selezionate. Se non hai ancora provato il Gin giapponese o se sei un amante affermato, su Callmewine puoi trovare una lista dei migliori Gin giapponesi.

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Nonostante il Gin non sia la prima associazione che si ha quando si tratta di distillati giapponesi, con l’ascesa del whisky giapponese le persone sono diventate sempre più interessate alle esportazioni del paese, creando un’occasione per i distillatori locali di diversificare la produzione, introducendo una versione autoctona del Gin. Essendo in produzione solamente dal 2016 le distillerie artigianali di Gin giapponese hanno dovuto confrontarsi con quelle più consolidate europee, dimostrandosi all’altezza delle aspettative, dando prova di un nuovo stile che si è adattato perfettamente alla cultura e alle tradizioni nipponiche. Al fine di distinguersi dal mercato già esistente i produttori di gin giapponese hanno deciso di proporre una tipologia di Gin con un numero ridotto di botaniche, includendone di indigene come: il tè verde, i fiori di pesco, il pepe Sanchu e Sichuan, accuratamente selezionate. Se non hai ancora provato il Gin giapponese o se sei un amante affermato, su Callmewine puoi trovare una lista dei migliori Gin giapponesi.

Storia del gin giapponese

Sebbene da tradizione, a popolare le tavole giapponesi sia già ben consolidata la cultura del sake, al giorno d’oggi non passa inosservato il mondo dei distillati. In seguito alla nomina dello Yamazaki come miglior Whisky del mondo nel 2015, il Giappone ha voluto tenersi aggiornato con le tendenze del settore degli spirits, lanciando il proprio gin artigianale. Il gin non ha origine, è cittadino del mondo e, come tale, è facilmente adattabile alla cultura e alle usanze del luogo nella quale viene prodotto, pur mantenendo il suo nome. Nasce quindi nel 2016 il Ki No Bi, primo gin artigianale del Sol Levante da una piccola distilleria di Kyoto, culla della tradizione gastronomica nipponica. Oltre ai pilastri della produzione di gin, Nikka e Suntory, si svilupparono così numerose distillerie di nicchia ad Osaka, Okinawa, Miyazaki, Sendai e Hiroshima pronte a far loro questo distillato così popolare. Tra le diverse versioni proposte, quello che rende il gin giapponese unico è la combinazione di botaniche, creando un timbro aromatico esclusivo, dovuto anche alla varietà dei microclimi locali. Sono particolarmente riconoscibili i sentori di yuzu, pepe sansho, tè verde e fiori di ciliegio, ma in base alla zona di produzione si possono aggiungere altri aromi. Nella regione tropicale a sud di Okinawa prevalgono le note legnose e di frutta come il shikuwasa e il kabosu, mentre nella zona di Hiroshima, celebre per i prodotti di mare, hanno creato degli infusi con le conchiglie delle ostriche.

I migliori gin Giapponesi

Se anche tu sei appassionato dalla cultura nipponica, fatti travolgere dalla selezione dei migliori gin giapponesi e scopri le migliori offerte proposte dal nostro personal sommelier. All’interno del catalogo potrai trovare la bottiglia più adatta per te, in base ai tuoi gusti e alle tue richieste. Il vero stile giapponese si mescola con la tradizione del gin. Scopri i migliori distillati e gin giapponesi grazie a Callmewine, con bottiglie che non superano la quarantina di euro.

Roku Gin

In giapponese “Roku” si traduce con il numero sei. Il Roku Gin si compone infatti di sei botaniche locali, ossia quelle raccolte nelle migliori aree di coltivazione del Giappone. Qualità e tradizione sono i pilastri di questa produzione artigianale che viene sviluppata nel “Liquor Atelier” di Suntory. La distilleria ha sviluppato il proprio processo di distillazione multipla, per la quale all’interno del mix sono facilmente identificabili i singoli ingredienti e le caratteristiche di ciascuno. Il Gin Giapponese Roku si distingue per il suo meticoloso equilibrio di sapori: un palato complesso, liscio e setoso con alla base il tradizionale gusto del gin arricchito da aromi di Yuzu, fiori di ciliegio, tè verde e pepe Sansho.

Etsu Gin

L’ Etsu Gin prende il nome dalla traduzione di “piacere”, come garanzia della meravigliosa esperienza gustativa che propone. Uno dei primi gin giapponesi a sbarcare in italia, viene prodotto dalla celebre distilleria Asahikawa, nella regione più settentrionale del Giappone, Hokkaido. Realizzato con una ricetta segreta, di questo gin giapponese Etsu si percepiscono al meglio gli aromi più inconfondibili delle isole, come lo Yuzu, antico agrume dall’aroma inconfondibile, così come la purezza dell’acqua proveniente dalle montagne Taisetsu. Tra le caratteristiche del Gin Etsu si possono riscontrare un equilibrio di sapori spiccato ed una freschezza irresistibile che accompagnano dolcemente i sentori floreali iniziali ed il finale speziato al pepe di Sichuan. Emerge appieno il classico stile orientale che, anche in etichetta, riprende l’iconografia tradizionale giapponese.

Kinobi Gin

Nella culla delle tradizioni giapponesi è nato anche il primo Gin artigianale. Il Gin Giapponese Ki No Bi, ovvero “La bellezza delle stagioni”, distillato ed imbottigliato dalla Kyoto Distillery, è un gin secco dalla quale emerge appieno lo stile nipponico. Dopo una ricerca di sei mesi, 100 botaniche diverse e una selezione accurata di fornitori locali della prefettura di Kyoto, i maestri distillatori sono arrivati ad una ricetta finale che comprendeva 11 ingredienti diversi.  Questi sono divisi in sei categorie, in base al loro sapore e aroma: Base, Agrumi, Erbe, Spezie, Tè verde e Fruttato & Floreale, che vengono distillati individualmente prima di essere miscelati con l’acqua di un produttore di sake di Fushimi, per creare la perfetta armonia di sapori del Ki No Bi Gin. Il packaging della bottiglia è ispirato da Kira Karacho, il più antico atelier Karakami, che sono stampe fatte a mano su carta washi giapponese create con oltre 600 blocchi di legno, i quali vengono tramandati di generazione in generazione. Il disegno da cui prende spunto l’etichetta, risalente al XVII secolo, rappresenta bacche ed altri frutti, utilizzati per andare a ricordare le botaniche caratteristiche del gin Ki No Bi.