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Il Mareneve di Fedegraziani è la concretizzazione di una sfida, la possibilità di sperimentare non solo in cantina ma anche sul territorio, sull’Etna. È frutto di una alchimia tra vitigni nordici e suoli vulcanici: una magica granita al limone, che si esprime in aromaticità inaspettate. Si parla di un blend di vitigni tipici di zone dai climi freddi (Carricante, Riesling Renano, Traminer Aromatico, Chenin Blanc e Grecanico), che trovano casa sulle pendici dell’Etna, in alta quota. Federico Graziani, dopo svariate e ammirabili tappe nel mondo vitivinicolo, animato da curiosità e conoscenza, fonda la sua azienda in terra sicula a Randazzo, in provincia di Catania. L’etichetta, un’opera di Pier Giuseppe Moroni, evoca i caratteri del vulcano e gli abissi marini grazie alla tecnica mista smalto e catrame.
Il nome “Mareneve” deriva dall’omonima strada, Via Mareneve, che collega il Piano Provenzana con Linguaglossa e Fornazzo, giungendo fin giù al borgo marittimo di Riposto. È frutto dell’idea di Federico che all’interno della bottiglia vi sia un elemento vivo, mutevole e in perenne evoluzione. Le fermentazioni in cantina sono opera di lieviti indigeni. Caratteristica è l’assenza di fermentazione malolattica. Questa etichetta riposa sulle fecce fini per un anno, a cui segue un affinamento in bottiglia.
“Mareneve” deriva da una terra ricca di contrasti. In alto a 1200 metri, nel freddo, ma affacciato sul mare: vi si può scorgere il richiamo pungente della neve, intervallato da una brezza che porta con sè sensazioni salmastre. Riempie il bicchiere di un manto quasi bianco, brillante, con qualche tono sul verde, come il fondale marino. Al naso virano profumi di litchi, ananas e pietra lavica. Il sorso riempie la bocca in persistenza. Per la freschezza e i sentori di frutta gialla danno una spinta intrigante a serate a base di sushi. Si accompagna bene anche a piatti con verdure sul tono amaro, come asparagi e fagiolini.