Le Casematte

La tenuta Le Casematte è interprete autentica della denominazione Faro, vino dalla storia millenaria essendo stata la viticoltura introdotta nella zona dai coloni greci. La cantina è situata in Contrada Corso, sulle colline a nord di Messina, territorio dove nel 2008 il commercialista Gianfranco Sabbatino assieme all’amico calciatore Andrea Barzagli, campione del mondo con la Nazionale nel 2006, avviarono un ambizioso progetto enoico con l’obiettivo di dare lustro al territorio di Faro. La conduzione tecnica è stata affidata all’esperto enologo Carlo Ferrini, già protagonista della cantina ilcinese Giodo e consulente presso rinomate realtà vinicole italiane come Tenuta San Leonardo, Brancaia e Pietradolce, giusto per citarne alcune. Il curioso nome Le Casematte deriva proprio dalla presenza nei pressi dei vigneti di due casematte, fortificazioni militari destinate all’artiglieria utilizzate durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gli 11 ettari di vigneti di proprietà della tenuta Le Casematte sono condotti a regime biologico e sono dedicati alle tradizionali varietà a bacca nera Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e Nero d’Avola, accanto cui trovano posto anche i vitigni a bacca bianca Grillo e Carricante. Le viti, allevate attraverso i sistemi a spalliera e ad alberello, poggiano su terreni collinari esposti a nord e affacciati sul mare, collocati a circa 500 metri di altitudine. La zona beneficia inoltre del clima mediterraneo, influenzato dalle brezze marine e caratterizzato da importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Per la produzione dei vini rossi i grappoli vengono ammostati in tini troncoconici di acciaio dove la fermentazione alcolica si accompagna a una prolungata macerazione sulle bucce, con i conseguenti periodi di invecchiamento che hanno luogo in barrique e tonneau di rovere francese. Invece, la lavorazione delle uve bianche avviene interamente in acciaio con fermentazione alcolica a bassa temperatura.

I vini della cantina Le Casematte, prodotti in quantità molto limitata, contribuiscono alla recente riscoperta della denominazione Faro, che in passato ha rischiato quasi di scomparire. Si tratta di interpretazioni altamente territoriali ed espressive, ai vertici qualitativi dell’areale.