Region | Emilia Romagna (Italia) |
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Foundation Year | 1960 |
Vineyard hectares | 35 |
Annual production | 150.000 bt |
Address | Via Casale, 19 - 48018 Faenza (RA) |
Oenologist | Emiliano Falsini |
La cantina Treré è una realtà importante e ben consolidata nel panorama romagnolo. Attiva dal 1960, oggi ha scoperto nuova linfa e vitalità grazie soprattutto a Morena Treré e al figlio Massimiliano Fabbri, che hanno dato un nuovo impulso all’attività familiare, avvalendosi di moderne tecniche agronomiche ed enologiche. Il contesto è quello delle dolci colline verdeggianti della città di Faenza, celebrata poeta Dino Campana con il celebre incipit: “ricordo una vecchia città rossa di mura e turrita (…) con il lontano refrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo”. In queste verdi colline Morena ha saputo consolidare una realtà produttiva che ha fatto la storia del territorio, arricchendola di un bellissimo agriturismo.
I vigneti della famiglia Treré si estendono per 35 ettari sulle colline faentine, coltivati con le tipiche varietà del territorio come Sangiovese, Albana, Famoso e Pagadebit. L’approccio agricolo privilegia alte densità di impianto con potature che limitano la produzione di grappoli per pianta, soprattutto per l’Albana, in modo da favorire la concentrazione degli zuccheri e degli aromi. Le vinificazione sono svolte in vasche d’acciaio termoregolate, con affinamenti in vasche di acciaio e, nel caso dei rossi più importanti, in barrique. Da oltre 10 anni la consulenza enologica è affidata ad Emiliano Falsini e ad Attiglio Pagli, che hanno messo a punto uno stile incentrato sull’immediatezza e sulla nitidezza aromatica.
I vini Treré interpretano la tradizione romagnola in chiave moderna. L’ampia produzione è caratterizzata da un’espressività chiara, generosa, territoriale e da un’impeccabile realizzazione tecnica. Le etichette sono molto colorate e iconografiche e spesso portano nomi dialettali che evocano la tradizione, come per esempio “Amarcord d’un ross”. All’interno di questa vasta produzione un posto d’onore è riservato al Sangiovese, declinato in diversi modi, che per Massimiliano rappresenta il sangue dei romagnoli perché è “schietto, franco ed esuberante”. Creatività, schiettezza, modernità e immediatezza sono le parole chiave che descrivono una produzione territoriale di successo.
"Il miglior risultato risiede dove c'è amore in quello che fai"
Morena Trerè