Malvasia Riserva Kras Emil Tavcar 2016

La Malvazija Riserva è il fiore all’occhiello della cantina di Emil Tavcar, un bianco di intensità e sfaccettature fuori dall’ordinario. Il lungo viaggio che ha avuto molto probabilmente inizio nel Peloponneso ha portato questa varietà fin sulle sponde settentrionali dell’Adriatico, dove è stata battezzata con diversi sinonimi: Malvasia Istriana, su tutti il nome più conosciuto, o Malvasia Friulana, come anche Malvasia del Carso. Proprio in questa regione riesce a dare i frutti più preziosi e i vini più caratteristici: un territorio fatto di mare e di vento.

La Malvazija Riserva di Emil Tavcar è un bianco prezioso e complesso, figlio di una vigna che conta 70 anni di età, allevata senza nessun intervento di chimica di sintesi. Le viti si trovano a circa 300 metri sul livello del mare e affondano le radici nell’aspro terreno carsico: lo strato di suolo è spesso solo qualche centimetro e lascia affiorare quasi completamente la dura base rocciosa sottostante, di matrice calcarea. La vendemmia viene eseguita manualmente intorno alla fine del mese di settembre: le uve portate in cantina vengono lasciate macerare sulle bucce per alcuni giorni in vasca d’acciaio. Successivamente si procede ad una pressatura soffice, che sappia estrarre tutte le componenti aromatiche evitando al contempo le parti più astringenti e verdi. La fermentazione spontanea si realizza ad opera dei soli lieviti indigeni e il lungo periodo di maturazione si protrae per 36 mesi in botti di rovere usate. L’imbottigliamento non prevede operazioni preliminari di filtrazione o chiarifica e l’affinamento finale in vetro dura circa 6 mesi.

Malvazija Riserva di Emil Tavcar è un vino dal carattere esigente, fatto per appassionati di lungo corso o per chi voglia lasciarsi stupire senza preconcetti. L’aspetto è di notevole impatto, con un colore giallo dorato profondamente solcato da caldi riverberi ambrati. Intenso e di una complessità molto variegata è l’olfatto: si annuncia con maturi aromi di albicocca e un floreale dolce di acacia che virano poi nella profumata morbidezza del miele chiaro. Ritornano quindi i fiori bianchi, un fruttato di pesca gialla e, dopo qualche rotazione, lo scenario è dominato da sensazioni speziate a profusione. L’assaggio è spiazzante: secco, verticale, tutto dedicato all’imperversare della mineralità. Il sorso conferma il caleidoscopio di sensazioni avvertite al naso: una morbidezza quasi viscosa si lega ad un corpo vivace e un po’ selvatico, mentre le tonde note aromatiche varietali trovano equilibrio in una leggiadra freschezza.