"Berette 2.0" della cantina La Ricolla è un vino bianco macerato a base di Vermentino che racconta le estate liguri, tra i paesaggi e gli scorci dei caruggi. Le sue uve vengono macerate per 14 giorni e fermentate grazie ai lieviti indigeni in vasche d'acciaio, dove viene svolto parte dell'affinamento, il restante avviene in anfora. Un sorso sapido e sincero, che richiama sentori floreali e terrosi
La Ricolla presenta con “Berette 2.0” una valida interpretazione di Vermentino macerato: è proprio il richiamo alla locale dizione di “bucce” a dare nome a questa sincera espressione del territorio ligure, vinicola evocazione di un’estate levantina.
La Ricolla presenta con “Berette 2.0” una seconda versione del suo celebre “Berette”, il bianco da macerazione da lungo tempo in produzione. Questa più recente espressione di Vermentino in purezza deriva dalle uve raccolte a mano e con somma fatica nella parcella più spettacolare, per età e posizione, fra quelle di proprietà. Esteso per meno di un ettaro e mezzo sulle pendenze eroiche che affacciano sul golfo del Tigullio, il vigneto alla Basilica dei Fieschi, nel territorio del comune di Cogorno, è costituito da vecchie viti messe a dimora 50 anni fa e da piante più giovani che contano una decina d’anni. Sono allevate, senza l’utilizzo di prodotti sistemici e seguendo la filosofia delle pratiche biodinamiche, lungo i ripidi pendii che volgono alla stretta valle del torrente Entella: il terreno ha carattere limoso e sabbioso, sopra un suolo di roccia calcarea. La raccolta dei frutti maturi si svolge a mano, con una resa di circa 55 ettolitri per ettaro. In cantina si procede alla pressatura dei grappoli e alla fermentazione del mosto in vasca d’acciaio ad opera dei soli lieviti autoctoni: per tutto il periodo dei 14 giorni necessari, si mantiene il contatto con le bucce. Una volta svinato, il bianco viene fatto affinare per il 40% della massa in anfora di terracotta e il resto in acciaio, per un periodo di 6 mesi.
“Berette 2.0” di La Ricolla si palese con una veste d’un giallo paglierino carico, dai riflessi dorati. Il naso ha un impatto ricco e materico: introdotto da note leggiadre di fiori bianchi e fiori selvatici, va poi approfondendosi con l’emergere di sentori terrosi e boschivi, per poi tuffarsi nettamente nei richiami marini di salsedine. L’assaggio si rivela consistente e di espressa tattilità, tutto giocato sulla decisa presenza minerale che volge il sorso a sensazioni saline, cui si accompagna una viva freschezza e fanno da contrappunto accenni di morbidezza fruttata. Ottimo il gancio all’abbinamento con la tipica cucina ligure, sia di mare che di terra.
Giallo paglierino con riflessi dorati
Aromi floreali, note di salsedine, con sentori terrosi
Sincero, sapido, fascinoso, equilibrato