Il Trebez di Dario Princic è un vino bianco macerato ottenuto da uve Chardonnay, Pinot Grigio e Sauvignon. Tensioni balsamiche, bucce di agrumi, sensazioni minerali fresche e di frutta passa animano l'olfatto. Mai scomposto al palato, sapido, dal tannino rotondo e lungo. Un vino dalla grande personalità.
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Il bianco Trebez di è un emozionante e sfaccettato orange wine, creatura di un grande vignaiolo quale Dario Princic. Impossibile negare che il Collio sia una terra leggendaria per gli appassionati dei vini artigianali, e ancor di più per i cultori degli orange wine, vini bianchi fatti macerare a contatto con le bucce dell'uva per donare profondità, spessore e struttura. Un gruppo di istrioni, al quale si ascrive appartiene senza alcun dubbio Dario Princic, vignaiolo proprietario di circa 9 ettari ad Oslavia. La filosofia condivisa con molti degli altri produttori locali è quella del minor interventismo possibile, sia in vigna che in cantina. Vini unici, ogni anno diversi, e per questo in grado di sorprendere ed emozionare.
Il vino Trebez proviene da un classico uvaggio del Collio, composto da Chardonnay, Pinot Grigio e Sauvignon. Le viti, situati intorno all'areale di Oslavia, poggiano su terreno argilloso-calcareo e vengono coltivate senza alcun prodotto chimico o di sintesi. La vendemmia avviene manualmente, con una cernita estremamente rigorosa delle uve mentre in cantina si prosegue solo con fermentazioni spontanee. Le diverse varietà di uva vengono fatte per tempi differenti, infatti Chardonnay e Sauvignon restano a contatto con le bucce per circa un mese mentre il Pinot Grigio solo 7 giorni. L'affinamento ha durata di tre anni e mezzo in botti grandi.
Il Trebez di Princic si riversa nel calice con colore arancione-ramato. Liquido che trascende i canoni dei vini convenzionali, sia all'aspetto visivo che soprattutto quello olfattivo dove pulsa di materia viva e ricca. L'albicocca carnosa, il miele d'acacia e la scorza di lime sono tutti sentori che passano in secondo piano di fronte all'incessante mutevolezza di questo nettare. Il sorso restituisce un vino goloso e di peso, senza però che questo diventi mai un limite, essendo rintuzzato costantemente dall'apporto provvidenziale di sale e freschezza. Grande nettare che ridisegna canoni degustativi ed abbatte sovrastrutture. Grazie Dario!
Ramato brillante
Acceso, di frutta passa, buccia di agrumi, tè verde, note minerali fresche e vegetali
Equilibrato, sapido, dal tannino rotondo, austero, lungo e teso