Amos Baneres

Amos Bañeres è il protagonista di una storia di metamorfosi personale che porta uno stanco farmacista, annoiato da una stereotipata routine nell’area urbana di Barcellona, a trasformarsi in vignaiolo di un villaggio sperduto tra le alture del Penedès. Il nativo villaggio di San Martìn Sarroca è la sede della vigna di famiglia, che Amos recupera e si impegna per riportare a frutto con la sua prima vendemmia nel 2011. Il nuovo percorso della sua vita lo porta ad incontrare un enologo che produceva Cava per l’azienda di famiglia, che nel 2020 celebrava i 100 anni di attività, ed era parimenti in cerca di nuove sfide. Amos Bañeres realizza quindi insieme ad Alex Ruiz Masach una partnership che viene battezzata Els Vinyerons e rappresenta una seconda insegna produttiva attraverso cui dar voce alla propria visione del territorio.

La proprietà familiare di Amos Bañeres si estende su una superficie di 5,5 ettari nella regione del Penedès, alcuni chilometri a sud-ovest di Barcellona, la parte di Catalogna universalmente nota per la produzione delle maggiori bollicine metodo classico spagnole. La Serra d’Ordal chiude la vista sul Mediterraneo, mentre i vigneti si arrampicano sulle prime alture dei monti retrostanti, già nel comprensorio di Tarragona, attestandosi ad una altitudine fra i 300 e i 400 metri sul livello del mare. I suoli hanno una struttura calcarea, rivestiti da terreni argillosi, e si avvantaggiano delle umide brezze marine: il clima è particolarmente secco, ma l’agricoltura praticata è “dry-farming”, senza irrigazione. L’approccio agronomico segue da sempre la linea biologica, con utilizzo di principi biodinamici, e tutte le operazioni sono eseguite a mano, con l’obiettivo di rispettare al massimo la natura e i caratteri delle tipiche varietà autoctone, con alcune piante che superano i 50 anni di età: le bacche bianche Xarel-lo, Macabeu, Parellada, Listàn e le nere Garnacha, Villarjego.

Le attività di cantina sono portate avanti da Amos Bañeres con le stesse intenzioni di salvaguardia della materia prima, evitando l’utilizzo di coadiuvanti chimici, filtrazioni, chiarifiche, stabilizzazioni o aggiunte di anidride solforosa. Le fermentazioni spontanee hanno luogo in contenitori di vario tipo, a seconda della tipologia e generalmente dopo pressatura diretta, mentre si concede il ricorso al controllo di temperatura. Gli affinamenti utilizzano volentieri botti in legno di rovere e anfore in terracotta e occupano lo spazio di un piccolo capannone affiancato all’abitazione domestica.