Regione | Lombardia (Italia) |
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Anno fondazione | 2006 |
Ettari vitati | 7 |
Produzione annuale | 20.000 bt |
Indirizzo | Via S. Giacomo per Carona, 26 - 23036 San Giacomo (SO) |
Enologo | Matteo Sega |
Barbacàn è una piccola cantina a gestione familiare della Valtellina che affonda le radici in profondità nella storia del territorio. La sua produzione è essenziale e di estrema tipicità territoriale, ben sintetizzata dal binomio Chiavennasca e Alpi. L’approccio rigoroso e tradizionalista, ispirato dall’identità storica e culturale degli erti e rocciosi terrazzamenti valtellinesi, è evidente a partire dal nome di questa realtà artigianale che, nel dialetto locale, indica i muri di sostegno di alcune vecchie costruzioni presenti tra i vigneti.
La cantina Barbacàn è gestita dal vignaiolo Angelo Sega e dai figli Luca e Matteo, che si occupano in autonomia di tutte le fasi della produzione, dall’eroica coltivazione delle viti sui ripidi pendii alpini fino all’imbottigliamento. I vigneti della famiglia si trovano nella frazione di San Giacomo di Teglio, nel cuore della sottozona Valgella, per un totale di 7 ettari disposti sui tradizionali pendii terrazzati. I migliori appezzamenti di questa micro proprietà sono quelli identificati con i toponimi Söl e Piza Mej, veri e propri cru aziendali, situati a circa 500 metri di altitudine. Nel completo rispetto delle tradizioni e dell’eco-sistema, l’approccio in vigna prevede l’utilizzo di basse quantità di rame e zolfo, solo quando necessario, evitando non solo pesticidi ed erbicidi, ma anche concimazioni e irrigazioni. In cantina le fermentazioni avvengono spontaneamente in vasce d'acciaio e cemento, sfruttando solamente i lieviti indigeni, e per gli affinamenti si prediligono grandi botti di rovere. Si usano solo quantità estremamente moderate di solforosa aggiunta prima dell'imbottigliamento.
I vini Barbacàn sono in grado di esprimere in maniera diretta e profonda la straordinaria realtà vitivinicola della Valtellina. Nascono da uve Chiavennasca, la tipica uva della montagna valtellinese, e altri ceppi come il Róssola, Pignóla, Chiavennaschino, Brugnóla, Negrera, Treunasca, Róssolino Rosa, Bressana e Chiavennasca Bianca, che costituiscono insieme il grande lascito di generazioni di vignaioli valtellinesi ed un enorme patrimonio in termini di biodiversità e ricchezza culturale, sul quale la famiglia Sega ha avviato un piano di recupero e salvaguardia anche a favore di altri produttori che ne avessero necessità. I rossi prodotti, dal Rosso e Rosato conviviali e di facile beva, agli austeri Sol, Jazpémi, Livèl e Fracia, sono espressioni vive e vibranti, con un'energia che parla sia di radici antiche che di una passione libera e coraggiosa. La volontà di riscoprire e assaporare gli archetipi del territorio attraverso la rigorosa tipicità dei vini prodotti è chiaramente manifestata nelle etichette, che riproducono le incisioni rupestri lasciate dagli antichi popoli del Neolitico. Le etichette sembrano infatti rievocare le immagine preistoriche e i paradigmi primari di un territorio che, nel calice, schiude parte dei suoi più profondi segreti.
"Crediamo in una viticoltura naturale in cui l'uomo e il suo sapere siano al servizio del territorio. Senza finzioni o artifizi accompagniamo le nostre uve sane e vive lasciando spazio alle fermentazioni spontanee. Siamo contadini sulle Alpi, preserviamo il pluralismo dei nostri antichi vitigni autoctoni e l'identità culturale delle pratiche agronomiche tradizionali"
Angelo, Luca e Matteo Sega