Regione | Toscana (Italia) |
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Anno fondazione | 1992 |
Ettari vitati | 27 |
Indirizzo | Via Case Sparse 9, 50022 Panzano in Chianti Florence |
Enologo | Stephane Derenoncourt |
La Massa nasce dalla rivoluzione personale di Giampaolo Motta, che con la sua potente personalità decide di investire in un sogno. Cresciuto in una famiglia legata all’industria del cuoio, dopo una breve carriera all’interno dell’azienda decide di dedicare le proprie forze interamente nella sua passione. Studia chimica presso l’istituto enologico di Bordeaux, dalle cui etichette rimane stregato. Si fa largo il sogno di portare in Italia il know how assorbito Oltralpe ed inizia così un periodo di apprendistato presso alcune note aziende del Chianti, successivamente acquista l’Azienda Agricola La Massa. Dopo dieci anni, esce dal Consorzio del Chianti Classico, ormai con l’unica idea di sperimentare l’anima Bordolese con scientifico rispetto per i dettagli.
Le etichette di La Massa nascono da terreni ricchi di galestro, condizione comune a tutto il territorio del Chianti Classico. Meno noto è che questa tipologia di terreno è in realtà molto variegata e diversificata per micro componenti, le quali spesso costituiscono un “terroir” con caratteristiche indipendenti. Altrettanto ignorato è che sia stata la Famiglia de’ Medici a importare dalla Francia le uve Cabernet Sauvignon e Merlot già nel XVI secolo, motivo per cui questa cantina decide di affiancarle alla coltivazione di Sangiovese. Le uve vengono vendemmiate in periodi diversi, a partire da fine agosto per le più precoci come il Merlot, fino a metà ottobre per il Cabernet Sauvignon e Sangiovese. Tutti gli assemblaggi vengono elevati in barrique di rovere francese, per donargli una personalità che imprima forti ricordi.
La Massa con i suoi vini punta i riflettori su una diversa concezione del panorama vitivinicolo toscano. “La Massa” è un blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot e rappresenta l’incontro del ruspante carattere del Chianti con l’anima del Bordeaux, diventando quasi il manifesto dell’idea di Giampaolo Motta. “Giorgio Primo”, che è prettamente un taglio bordolese, costituisce la superba dimostrazione delle capacità dell’imprenditore, il quale riunisce in un’unica bottiglia tutto il proprio sapere e la propria passione nel tenero ricordo del nonno, a cui aveva promesso di dedicare un grande vino. Riuscendovi magistralmente.