Legrand Clotilde

La cantina dei Legrand ha una storia che affonda le radici nel XVII secolo, e Clotilde è la prima viticoltrice donna di questa famiglia con una tradizione così lunga nel panorama vitivinicolo. La cantina si estende su 16 ettari di terreno coltivato principalmente con il vitigno Cabernet Franc, distribuiti su una ventina di appezzamenti tra Saumur, Dampierre, Chacé, Varrains e Souzy-Champigny. Alcune vigne hanno un'età media di 45 anni, con i ceppi più antichi risalenti addirittura al 1927. La particolarità del terroir si rispecchia nei suoli calcarei e gessosi, con il tuffeau, una tipologia di roccia a grana fine particolarmente ambita, che domina questa zona della Francia. Questo particolare terreno ospita antichi reperti fossili risalenti anche a più di mille anni fa che conferiscono complessità e unicità ai vini prodotti da Clotilde. 

Il lavoro in vigna e in cantina è improntato alla tradizione e alla qualità. Le viti, radicate nei ricchi terreni argillo-calcarei, producono uve di altissima qualità per la realizzazione dei vini Saumur-Champigny. La gestione delle vigne avviene con un rispetto totale per l'ambiente, con un'attenzione particolare alla biodiversità. L'azienda pratica da oltre 40 anni l'”enherbement”, ossia la coltivazione dell'erba tra le viti per una protezione ecologica del suolo. Le condizioni offerte dai terreni e dalle antiche cantine in tuffeau, con un'umidità costante e una temperatura fresca, favoriscono il processo di vinificazione e l'invecchiamento dei vini in bottiglia. La raccolta avviene esclusivamente a mano, garantendo un'accurata selezione dell'uva e la massima qualità per ogni annata.

La filosofia produttiva della cantina si basa sull'approccio tradizionale e sulla ricerca costante della perfezione. Clotilde, seguendo le orme del padre René-Noël, privilegia una vinificazione che rispetti le caratteristiche intrinseche di ogni vendemmia, con l'obiettivo di ottenere vini di grandissimo pregio. Questo impegno ha ricevuto riconoscimenti dalla critica specializzata fin dagli anni '70, e alcune grandi annate come il 1947, il 1959 e il 1989 sono ancora oggi apprezzate per la loro eccellenza. La cantina adotta anche pratiche enologiche che riducono al minimo l'uso di solfiti, e sebbene non sia certificata come Agricoltura Biologica, la quantità di SO2 nei loro vini è significativamente inferiore ai limiti previsti per questa certificazione, confermando l'impegno verso una produzione attenta e di qualità