Regione | Bordeaux (Francia) |
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Ettari vitati | 3 |
Indirizzo | Valérie Godelu - Les Trois Petiotes, 22 Chem. des Bascauts, 33710 Tauriac, France |
Enologo | Valérie Godelu |
Les Trois Petiotes rappresenta una piccola realtà artigianale all’interno del grande mare del territorio bordolese, originata e condotta con grazia completamente femminile. Valerie Godelu fonda la cantina nel 2008, dopo la nascita della sua ultima bimba, e dedica il nome proprio alle sue tre piccoline che hanno scandito le tappe di questa avventura vitivinicola: Léa, ovvero il momento dello studio a distanza; Alys, la fuga della famiglia da Parigi; Elsa, l’acquisto della vigna e la vinificazione.
Les Trois Petiotes estende le sue proprietà su tre differenti parcelle per un totale di 3 ettari all’interno della denominazione Côte de Bourg, una piccola porzione meridionale della regione viticola bordolese di Bourg et Blaye: il territorio si allarga sulla riva destra della Dordogna, proprio in prossimità della confluenza con la Garonna e si allunga per un breve tratto sulle sponde dell’estuario, dirimpettaio del celebre Haut Medoc. I vigneti prosperano intorno al villaggio di Tauriac, sulle morbide ondulazioni distese pochi chilometri nell’entroterra della Gironda, costantemente accarezzati da un vento salutare. Sono composti dalle varietà autoctone più tipiche di questo settore. Cabernet Franc, Merlot e Malbec provengono da viti che contano un’età media superiore ai 45 anni, allevate secondo dettami biologici, con inerbimento tra i filari per favorire il più possibile lo sviluppo della biodiversità, e lavorazioni eseguite manualmente dalla potatura invernale alla vendemmia, con grande attenzione posta alla limitazione delle rese. I suoli presentano una caratteristica matrice argillo-calcarea con terreni a forte presenza di scheletro, disseminati di ciottoli e pietre.
La cantina Les Trois Petiotes ha fisicamente sede nel comune di Tauriac: vi si conducono vinificazioni eseguite con precisione e leggerezza, alla ricerca della finezza e dell’espressione territoriale più che della concentrazione e della potenza. Le fermentazioni sono affidate ai soli lieviti indigeni, che si prendono tutto il tempo necessario al proprio lavoro, e l’aggiunta di solfiti è calcolata in dosi irrisorie, quando non evitata del tutto; si rifuggono operazioni ritenute troppo invasive, come filtrazioni chiarificazioni e stabilizzazioni. Barrique di più passaggi e vasche d’acciaio sono gli elementi per la conduzione degli affinamenti, mentre le macerazioni sulle bucce non risultano mai troppo spinte, al fine di guadagnare aromaticità scansando strutture troppo voluminose. Gli assemblaggi si combinano in vario modo fra le tre varietà, assecondando lo spirito con cui ogni cuvée viene realizzata.