Ghiraldi Nunzio

La cantina Nunzio Ghiraldi sorge nei pressi di Sirmione, uno dei più affascinanti borghi del Lago di Garda. Ci troviamo nella regione Lombardia a due passi con il Veneto, nella zona più a sud del Lago, dove negli anni ’50 è iniziata l’avventura di questa realtà vitivinicola, inaugurata con l’acquisto nel 1953 del podere di Sant’Onorata da parte del nonno Nunzio, ingegnere di Cremona. Nunzio si accorse subito che la terra era perfettamente vocata per essere coltivata con la varietà più simbolica del lago, ovvero il Trebbiano di Lugana, noto anche come localmente come “Turbiana”. Le limpide acque del lago, le brezze costanti, le montagne sullo sfondo e il terreno ricco di argilla hanno permesso di creare un terroir unico nel suo genere, dove le viti coltivate da Nunzio hanno trovato una nuova culla per dare alla luce grappoli sani e ricchi di profumi. Nunzio, nipote dell’omonimo nonno, è l’ultimo erede della tenuta e dopo essersi laureato in giurisprudenza ha deciso di seguire la propria inclinazione naturale.

Nunzio Ghirlandi alleva le vigne su una terra difficile, ma dalle grandi potenzialità. L’argilla stratificata, di natura sedimentaria e formatasi durante la glaciazione, occupa più del 50% della matrice territoriale. Le viti hanno una resa bassa e un’età variabile che raggiunge, in alcuni appezzamenti, anche i 60 anni. Secondo Nunzio la terra è l’ingrediente fondamentale per far del buon vino, così si pratica una viticoltura integrata e ragionata, non si usano disserbanti e si fertilizza soltanto con letame. La cantina, risalente al 1600, è attrezzata con apparecchi moderni, ma le tecniche utilizzate sono ancora quelle antiche.

I vini Nunzio Ghiraldi sono tipicamente Lugane prodotte con antichi cloni di Turbiana. Hanno un portamento delicato e puro, fresco e fine, pulito ed equilibrato, dalle pregevoli note minerali e dalle sfumature sapide, esprimendo al meglio le caratteristiche del territorio d’origine. Una linea semplice, impeccabile e tipica, perfetta per chi vuole conoscere il fascino del “signore del grande Lago”.