Podere Erica

Podere Erica costituisce una piccola cantina biologica e biodinamica della zona del Chianti Classico, localizzata precisamente a Barberino Tavarnelle, tra Firenze e Siena. Questa realtà vitivinicola toscana è stata acquistata nel 2005 da Neal e Jean Dempsey, winelovers statunitensi incantati dall’Italia. La ricerca del podere è durata ben 3 lunghi anni, durante i quali i due coniugi di San Francisco hanno visitato 40 diverse proprietà prima di trovare quella perfetta per loro. Nel 2009 i Dempsey hanno completato i lavori di ristrutturazione della fattoria, preservandone però lo stile rustico e tradizionale. L’aspetto viticolo ed enologico è stato affidato al giovane vignaiolo biodinamico Marco Giordano, mentre il settore vendite e marketing è responsabilità di Pierpaolo Chelo. La tenuta offre anche la possibilità di alloggiare nel vecchio casale ristrutturato risalente a 500 anni fa. Per di più, oltre alla coltivazione della vite la fattoria si dedica all’olivicoltura e all’allevamento di maiali della razza ungherese Mangalica.

La realtà viticola Podere Erica dispone di poco più di 12 ettari di terreni, di cui appena 2 riservati alla vite, quasi esclusivamente occupati dal Sangiovese, associato a piccole percentuali di Canaiolo, Trebbiano e Moscato. Questi vitigni autoctoni sono allevati a circa 350 metri di altitudine su suoli di matrice calcareo-argillosa, ricchi di galestro. La cantina opera tutelando l’ambiente e la biodiversità e rispettando al contempo la lunga e consolidata tradizione vinicola chiantigiana. In quest’ottica, la conduzione agronomica abbraccia i dettami dell’agricoltura biologica e di quella biodinamica, escludendo quindi l’impiego di sostanze chimiche di sintesi in vigna e quello di invasivi additivi enologici in cantina, fatta eccezione per i solfiti che vengono utilizzati in dosi molto ridotte. La vendemmia è eseguita a mano e le fermentazioni avvengono spontaneamente grazie ai lieviti presenti sugli acini e nell’ambiente di cantina.

Le bottiglie prodotte da Podere Erica rispecchiano il tipico stile chiantigiano, con i nomi che traggono spunto dai numerosi uccelli che popolano la zona.