Salvetta

La cantina Salvetta è interprete fedele e artigianale della Nosiola, varietà allevata con cura amorevole tra le montagne del Trentino. Sebbene le radici storiche della tenuta risalgono addirittura al ‘500, fu Dario Salvetta negli anni ’30 del secolo scorso a fondare l’odierna cantina dopo aver acquistato la proprietà dagli eredi di Giacomo Sommadossi, vignaiolo emissario dei conti di Castel Toblino che nel Maso Rauten produceva un Vin Santo Puro, di cui si hanno riconoscimenti datati 1825. L’attività fu successivamente portata avanti da Renato, Umberto, Franco e Giancarlo, figli di Dario. Dopo un breve periodo di distacco, durato dal 2003 al 2009, Giancarlo diede nuova linfa vitale alla tenuta apportando la sua fortissima passione per la viticoltura e convertendo la tenuta al biologico.

La tenuta Salvetta, situata nella Valle del Sarca, è interamente certificata biologico fin dal 2012. I vigneti sono localizzati a 250 metri sul livello del mare e godono dell’esposizione a pieno meridione, dei suoli di origine alluvionale e della frequente presenza di venti. In questo contesto pedoclimatico la cantina alleva esclusivamente la Nosiola, unica varietà a bacca bianca autoctona del Trentino. Il nome di questo vitigno a maturazione tardiva deriva dal termine del dialetto locale che significa “nocciola”, in riferimento all’aspetto dei tralci oppure alla colorazione che assumono gli acini a piena maturazione. La vendemmia è svolta rigorosamente a mano e il mosto del vino bianco resta a contatto con le bucce per qualche giorno, con la massa che viene successivamente posta a maturare in botti di acacia sulle fecce fini. Invece, i grappoli destinati al Vino Santo vengono raccolti tardivamente e lasciati appassire sui graticci. Dopo la vinificazione il vino invecchia per ben 5 anni tra acciaio e botti di rovere.

Sono appena due le etichette proposte dalla cantina Salvetta, in grado di mostrare le molteplici e pregevoli attitudini della Nosiola: un vino bianco macerato e un Vino Santo Trentino. Si tratta di espressioni che testimoniano l’antico legame tra il vitigno e il territorio, legame che la famiglia Salvetta intende valorizzare.