"Il Giallo di Costa" della cantina Ricci è un vino bianco anarchico e controcorrente. Vinificato a stretto contatto con le bucce per 90 giorni a cappello sommerso in serbatoi di acciaio. Un'esplosione olfattiva vertiginosa e vorticosa che sa di miele, resina, scorza di agrumi e canditi. Un assaggio poderoso, solido, lievemente tannico, indimenticabile. Vino fatto come una volta con metodi artigianali
“Il Giallo di Costa” della cantina Daniele Ricci è una poesia sregolata e al contempo ammaliante. Un liquido a cui approcciarsi senza se e senza ma, senza pregiudizi, a mente libera, tabula rasa, con animo aperto e curioso. Questa interpretazione contemporanea e fuori dagli schemi dello storico vitigno bianco, non può certamente lasciare indifferenti. Qui si va oltre Walter Massa, si va oltre la mera valorizzazione della varietà, si va oltre il diktat enologico raggiungendo il Nirvana: l’incontro autentico ed esemplare tra la terra, il cielo e la mano dell’uomo
In più occasioni il vignaiolo Daniele Ricci ha ammesso di essere particolarmente legato a “Il Giallo di Costa”, la cui prima annata prodotta risale al 2007. La realizzazione ottimale di questa etichetta è giocata per la quasi totalità in vigna; perché per potersi permettere una macerazione di ben 90 giorni sulle bucce, è necessario portare in cantina grappoli perfettamente sani e maturi. Daniele ne è ben consapevole e accudisce i suoi impianti di circa 25 anni abbracciando i principi dell’agricoltura biologica, certificata dall’ente Bios.
Il “Il Giallo di Costa” di Daniele Ricci, non è semplicemente un bianco, è un orange, brillante e profondo, che macera sulle bucce per 90 giorni a cappello sommerso in serbatoi di acciaio. Reincarnazione liquida di quel “aureo stile in cui danza il languore del sole” di Paul Verlaine, emana rarefatti profumi di frutta candita e scorza di agrumi, miele d’acacia e nocciole tostate, su un sottofondo verde, marino e mentolato. Quando lo bevi ti inebria, ti arricchisce, ti smuove da dentro, scardinando una ad una le convinzioni che credevi di possedere su quel vitigno e stimolandoti all’assaggio ancora, di nuovo, da capo.
Arancione brillante con striature giallo ocra
Ricco e verticale con profumi di scorza di agrumi, canditi, miele di acacia, nocciola tostata e menta
Vigoroso e intenso, di lieve sfumatura tannica e di infinita persistenza