Il Merlot di Radikon è un racconto straordinario del Collio, un vino rosso estremo ed emozionante, affinato per 5 anni in barrique usate e in bottiglia. Stordente al naso con sentori di piccoli frutta rossi disidratati, tocchi di erbe officinali, richiami eterei ed ricordi di caffè e liquirizia. Al palato è molto equilibrato tra tannino, freschezza e consistenza. Monumentale!
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Il Merlot di Radikon è un rosso emotivo e profondo, che ridisegna il concetto di vitigno bordolese in Italia, in virtù di un'interpretazione estrema e senza compromessi. Stanko Radikon, ribelle e precursore, è stato insieme a Josko Gravner il volto del Collio vitivinicolo adottando per primo la pratica oggi molto diffusa della macerazione sulle bucce dei vini bianchi. I suoi vini sono tutt'altro che facili, ma come direbbe qualcuno, sono ciò che sono e non ciò che gli altri vogliono che siano. Qui ad Oslavia, piccolo comune che divide Italia e Slovenia, Stanko prima e ora suo figlio Sasa sono punto di riferimento assoluto per chi cerca bottiglie uniche, fuori da tempo e schemi prestabiliti.
Il rosso Merlot proviene da uve in purezza dell'omonimo vitigno bordolese con viti giovani che poggiano sulla ponka, un tipo di terreno argilloso molto diffuso nel Collio. Ogni processo, sia in vigna che in cantina, segue la logica di un ridottissimo ma mirato interventismo, pur non venendo utilizzata alcuna sostanza chimica o di sintesi. Dopo un'accurata cernita manuale, le uve vengono diraspapigiate e poste in tini di legno dove avverrà sia la fermentazione che la lunga macerazione a contatto con le bucce, che può durare anche fino a 2 mesi. Dopo la svinatura, l'affinamento del liquido avviene in barrique usate per circa cinque anni. Nessuna chiarifica né filtrazione prima dell'imbottigliamento, e nessun'aggiunta di solforosa.
Il vino Merlot si palesa nel calice con rosso rubino fitto ed impenetrabile. Naso da subito istrionico e spiazzante, sa di liquirizia, mora, caffè oltre ad un profluvio stordente di erbe officinali. Un tocco etereo, integrato e appena accennato, completa un quadro di rara complessità. Inevitabile aver voglia di portarlo alla bocca, dove irrora il palato con un mix travolgente di freschezza e sapidità, ritmato da un tannino affusolato che ha il ruolo di scandire il sorso. La polpa c'è ed è innegabile, ma siamo lontani anni luce dai tagli bordolesi tutto peso e morbidezza. Un capolavoro, capace di sfidare il tempo con caparbietà e dinamismo.
Rosso rubino intenso con riflessi granati
Minerale, vegetale, con note di erbe officinali e di piccoli frutti rossi secchi
Equilibrato, speziato, fresco, dal tannino vellutato e dal ritorno di ciliegia stramatura