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Prosecco Rosé

Uno dei più bevuti e apprezzati spumanti italiani si tinge di rosa e debutta nella sua nuova veste: il Prosecco Rosé. Il consorzio di tutela della prestigiosa DOC ha deciso nel 2019 di modificare il disciplinare produttivo e di aggiungere una nuova menzione rosé, riconosciuta poi ufficialmente il 28 ottobre 2020. La denominazione prevede, oltre al classico utilizzo delle uve Glera, l’aggiunta di una piccola parte di uve Pinot Nero (10-15%) vinificate in rosso e un processo produttivo di spumantizzazione in autoclavi di almeno 60 giorni, attraverso il tradizionale metodo Charmat/Martinotti. Una versione nuova, fresca e contemporanea, nata da una forte e crescente richiesta di mercato e dal desiderio di proporre una bollicina versatile, femminile e quotidiana, in grado di accompagnare facilmente aperitivi o diversi menù a base di pesce o di carne.

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Uno dei più bevuti e apprezzati spumanti italiani si tinge di rosa e debutta nella sua nuova veste: il Prosecco Rosé. Il consorzio di tutela della prestigiosa DOC ha deciso nel 2019 di modificare il disciplinare produttivo e di aggiungere una nuova menzione rosé, riconosciuta poi ufficialmente il 28 ottobre 2020. La denominazione prevede, oltre al classico utilizzo delle uve Glera, l’aggiunta di una piccola parte di uve Pinot Nero (10-15%) vinificate in rosso e un processo produttivo di spumantizzazione in autoclavi di almeno 60 giorni, attraverso il tradizionale metodo Charmat/Martinotti. Una versione nuova, fresca e contemporanea, nata da una forte e crescente richiesta di mercato e dal desiderio di proporre una bollicina versatile, femminile e quotidiana, in grado di accompagnare facilmente aperitivi o diversi menù a base di pesce o di carne.

Il Prosecco Rosé: tra successo e dibattiti

Dopo diversi anni di studi e sperimenti è arrivata la notizia ufficiale: nasce il Prosecco Rosé. Una fresca novità che va inserirsi all’interno di un panorama produttivo molto ampio ed eterogeneo, accumulando pareri contrastanti e accesi dibattiti.

Da un lato insorgono i puristi e i tradizionalisti che, forti delle loro antiche tradizioni, vedono questa notizia come una pura strategia di marketing, un’operazione che svilisce un territorio già fin troppo bistrattato e che condanna la più vecchia anima contadina. In più, la scelta del vitigno internazionale Pinot Nero come parte del blend finale al posto dell’autoctono Raboso, ha destato anche molto controversie, rafforzando l’idea di un prodotto creato esclusivamente per il mercato e trascurandone la tipicità territoriale.

Sulla parte opposta del ring interviene il Consorzio che, forte della sua stima internazionale e del successo mondiale legato ai suoi prodotti, afferma che il disciplinare non ha fatto altro che regolamentare una richiesta già esistente. Infatti lo spumante rosé veneto, prima di essere incluso nella DOC, esisteva già in una psuedo-forma esportata in grandissime quantità sui mercati anglosassoni che, come testimoniano i dati di vendita, ha conquistato un vasto numero di consumatori. Così il Prosecco Rosé, in virtù anche del fatto di essere una bollicina più democratica da un punto di vista economico rispetto agli Champagne francesi e di avere un profilo semplice e facile, si è inserito in un mercato in grande espansione, ma già ingranato, esplorando anche nuove frontiere gastronomiche.

Il disciplinare produttivo

Affianco alla storica produzione rosata di Bardolino Chiaretto, uno delle prime DOC italiane, i vini veneti hanno arricchito l’offerta aggiungendo il Prosecco Rosé, un vino spumante di grande tendenza che vuole raggiungere il successo del padre, il Prosecco.

Il 28 ottobre 2020, attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ha ottenuto il riconoscimento della DOC, approvata dal Consorzio un anno prima. Il disciplinare prevede l’utilizzo del Pinot Nero vinificato in rosso al 10-15% e la restante parte composta da uve Glera. La produzione è prevista in 9 province, site tra il Veneto e il Friuli, in quell’area delimitata a nord dal massiccio delle Dolomiti e a sud delle ultime spiagge settentrionali del Mar Adriatico. I metodi produttivi prevedono una rifermentazione in autoclave secondo il metodo Charmat o Martinotti per un minimo di 60 giorni. Deve essere menzionato millesimato, quando almeno 85% delle uve provengono da quell’annata.

Profilo e abbinamenti

Si presenta di un color rosato molto tenue e delicato, caratterizzato da un perlage lungo e di grana fine. Al naso emergono le classiche note del Prosecco, quali mela verde, agrumi, sentori minerali ed erbette aromatiche, seguite dalle sfumature apportare dall’uva rossa, come note di frutta a bacca rossa, piccoli frutti di bosco, petali di fiori rossi di campo, melograno, boccioli di rosa e una leggera sfumatura di pepe rosa. Il sorso è appagante, leggero e conviviale, di grande freschezza e semplicità, con una briosa e carezzevole bollicina che ne richiama immediatamente un altro sorso. Il corpo è slanciato, cremoso e sottile, rendendolo perfetto da abbinare con diverse tipologie di portate.

Perfetto come aperitivo o apericena, accompagna semplici portate di finger-food, stuzzichini, salatini e fritti. Ha una grande versatilità gastronomica e non disprezza anche abbinamenti più importanti, come menù di pesce: tartare, gamberoni, insalate di mare, risotto ai frutti di mare, pasta allo scoglio e pesce grigliato. Interessante anche accostarlo a leggere carni bianche, tartare di carne rossa o roast beef.

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