Regione | Liguria (Italia) |
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Anno fondazione | 1978 |
Ettari vitati | 14 |
Produzione annuale | 130.000 bt |
Indirizzo | Corso Gianelli, 28 - Chiavari (GE) |
Enologo | Piero Lugano |
Parlare della cantina Bisson significa immergersi nelle profondità marine tra pesci, crostacei, alghe, conchiglie, rocce, stelle marine e, soprattutto, bottiglie di vino. La nostra avventura comincia nel 1978, quando Pierluigi Lugano abbandona la sua professione di insegnate di storia dell’arte per fondare una cantina nel cuore del Tigullio, intuendo grandi potenzialità nascoste nei vini dei contadini liguri e deciso a valorizzare i vitigni autoctoni.
Dalla cantina Bisson cominciano allora a uscire vini tipici e territoriali legati alla tradizione ligure, ma prodotti con tecniche moderne. Pierluigi comincia ad acquisire vigneti a Trigoso, Campegli, Verici, Volastra e nelle Cinque Terre. Nei primi anni del 2000 Pierluigi è deciso a produrre uno spumante Metodo Classico con le uve del territorio ma non possiede una cantina sotterranea per l’affinamento e l’ostacolo sembra insolubile: dove trovare le giuste condizioni di penombra e temperature basse e costanti? Ecco che nasce il colpo di genio: in fondo al mare!
Gli spumanti della linea “Abissi” nascono dall’assemblaggio di uve tipiche del Tigullio (Bianchetta, Vermentino, Cimixà) e da un affinamento in bottiglia a 60 metri sotto il livello del mare, a una temperatura costante di 15°C, al largo della Cala degli Inglesi nel Parco Marino di Portofino. Le bottiglie vengono adagiate in gabbie d’acciaio e poste sul fondale da sub professionisti. Terminato l’affinamento, vengono recuperate per l’assestamento e la sboccatura: quando tornano in superfice le bottiglie sono opere d’arte, abbellite dal tempo e dal riposo nella profondità del mare. Vengono quindi fasciate con una pellicola trasparente e poi commercializzate.
L’avventura sottomarina della cantina Bisson è stata salutata inizialmente come una follia o un’idea fantascientifica ma, dopo avere assaggiato lo spumante Metodo Classico “Abissi”, critica e pubblico sono stati concordi nel riconoscere la geniale intuizione di Pierluigi, unendosi all’entusiasmo del New York Times e di sempre più numerosi estimatori di tutto il mondo.
"Ho pensato a tutti quei galeoni naufragati con carichi a volte sopravvissuti dopo centinaia di anni sott’acqua"