Ca' d' Gal

La realtà vitivinicola Ca’ d’Gal rappresenta un’eccellenza assoluta nel panorama enologico del Moscato d’Asti, collocandosi tra le massime interpreti di questa storica denominazione del Basso Piemonte, valorizzata attraverso espressioni dalla personalità forte. La cantina opera sulle colline di Valdivilla, frazione del comune di Santo Stefano Belbo, luogo in cui nel 1989 Alessandro Boido avviò una produzione incentrata sulla qualità con l’obiettivo di dimostrare che anche il Moscato può raggiungere importanti livelli di complessità espressiva e longevità. Il nome Ca’ d’Gal deriva dall’espressione “cascina del gallo” e fu scelto dal nonno di Alessandro Boido che, in quanto unico maschio in una casa di donne, affermava di essere come “un gallo nel pollaio”.

Il Moscato Bianco è l’unica varietà coltivata all’interno dei 12 ettari vitati della tenuta Ca’ d’Gal, condotti seguendo i principi dell’agricoltura biologica. Si tratta di vigne vecchie che arrivano fino a 70 anni di età, impiantate su terreni bianchi e leggeri ricchi di calcare e sabbia, con esposizione a pieno sud. La vendemmia viene eseguita interamente a mano con rese in uva per ettaro decisamente più basse rispetto a quelle consentite dal disciplinare di produzione, allo scopo di elevare la qualità di ogni singolo acino. Le vinificazioni si realizzano interamente in autoclave a temperatura controllata e i vini vengono quindi imbottigliati in condizioni isobariche, in modo tale da preservare la vivace effervescenza che caratterizza la tipologia. Peculiare è poi l’affinamento del Moscato d’Asti ‘Vite Vecchia’, che dopo l’imbottigliamento viene posto a riposare per almeno 60 mesi in casse di legno interrate nella sabbia, come un tempo in uso, all’interno di una cella a valori di temperatura e umidità controllati.

Il Moscato d’Asti ‘Vite Vecchia’, etichetta di punta della cantina Ca’ d’Gal, rivela tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un Moscato d’Asti: profondità, ampiezza e longevità. Notevole anche la qualità dei Moscato d’Asti ‘Lumine’ e Canelli ‘Sant’Ilario’, espressioni che uniscono alla soave aromaticità tipica del vitigno un vibrante timbro minerale.