Regione | Toscana (Italia) |
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Anno fondazione | 1968 |
Ettari vitati | 55 |
Produzione annuale | 300.000 bt |
Indirizzo | Castello del Trebbio, Via Santa Brigida 9 - 50065, Pontassieve (FI) |
Enologo | Stefano Casadei |
Il Castello del Trebbio si trova a Pontassieve, nell’area classica di Rufina in Chianti e rappresenta una delle realtà più interessanti del territorio per la qualità dei suoi vini e per un approccio particolarmente rispettoso della natura. La famiglia Baj Macario ha acquistato la tenuta nel 1968, con l’intento di creare un’azienda vitivinicola che fosse vera espressione delle migliori tradizioni del Chianti. Le origini del Castello di Trebbio sono molto antiche e sono legate alla storia della famiglia dei Pazzi, ricchi banchieri fiorentini, cha a partire dal XII secolo gestirono la proprietà del Castello e delle terre annesse, fino alla caduta in disgrazia dopo il fallimento della famosa “Congiura dei Pazzi” del 1478 contro rivale la famiglia de’ Medici.
Oggi la tenuta del Castello di Trebbio è un’azienda agricola modello che gestisce tutte le attività agricole secondo i principi del protocollo Bio-integrale. Si tratta di un modo di coltivare la terra ispirato alle pratiche biodinamiche, unite a una particolare attenzione all’eco-sostenibilità generale, attraverso l’utilizzo di sole energie innovabili. Un approccio etico all’agricoltura, che considera la tutela dell’ambiente come valore primario di ogni attività umana, che deve svolgersi nel pieno rispetto e in armonia con la natura. Sono banditi tutti prodotti di sintesi e la vigna è considerata come parte di un ecosistema più ampio, in cui la conservazione della naturale vitalità del suolo e di una ricca biodiversità, contribuiscono alla qualità delle uve e dei vini.
Le vigne sono circondate da oltre 100 ettari di bosco e sono coltivate con i vitigni storicamente presenti in zona: il Sangiovese, il Trebbiano, a cui si sono aggiunti gli internazionali Merlot e Syrah. L’attenta gestione dei vigneti consente di portare in cantina uve sane e genuine, che vengono vinificate nel massimo rispetto della materia prima, con pratiche enologiche poco invasive. Per gli affinamenti si lascia fare al tempo, nel rispetto della naturale evoluzione dei vini, utilizzando oltre alle vasche d’acciaio, grandi botti di rovere di Slavonia, tonneau, barrique e contenitori in terracotta.