Regione | Campania (Italia) |
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Anno fondazione | 1779 |
Ettari vitati | 35 |
Produzione annuale | 200.000 bt |
Indirizzo | Via Frattasi, 1 - 82016 Montesarchio (BN) |
Enologo | Renato Ciaramella |
Masseria Frattasi è una storica realtà vitivinicola della zona del Taburno, Campania, territorio appenninico della provincia di Benevento di natura vulcanica. Le origini di questa cantina, ubicata precisamente nel comune di Bonea, risalgono al 1779 e la conduzione è in mano alla famiglia Clemente, rappresentata oggi da Beniamino. Sede della tenuta è un bellissimo palazzo settecentesco mentre la nuova cantina in pietra e legno è stata progettata con uno sguardo attento verso la sostenibilità ambientale. Oltre ai vigneti, la proprietà comprende boschi e uliveti e la famiglia Clemente può inoltre vantare alcune delle vigne più vecchie di tutta la Campania, prefillosseriche, di oltre due secoli di età.
Gli ettari di vigneti a disposizione della cantina Masseria Frattasi sono 35, condotti seguendo pratiche sostenibili e dedicati ai vitigni tradizionali Aglianico, Falanghina, Fiano, Greco e Coda di Volpe, affiancati da qualche varietà alloctona come il Barbera, lo Chardonnay, il Cabernet Sauvignon e il Sauvignon Blanc. Oltre alla proprietà della zona del Taburno, la tenuta coltiva vigneti sull’isola di Capri e nel comune di Baselice, a ridosso del confine con la Puglia. In generale, le altitudini arrivano fino a ben 900 metri sul livello del mare e i terreni sono costituiti da argilla e calcare, nonché da depositi di origine vulcanica. In cantina, le uve bianche subiscono una criomacerazione pre-fermentativa, con la conseguente fermentazione alcolica che si realizza in vasche di acciaio inox a temperatura controllata anche per le uve rosse. Per i successivi periodi di maturazione vengono adottate barrique di rovere francese oppure sempre contenitori in acciaio.
L’ampia e variegata selezione di Masseria Frattasi comprende vini dalla forte impronta territoriale. Tra i bianchi spicca in particolare la Falanghina del Taburno ‘Donnalaura’, prodotta con una raccolta molto tardiva delle uve, con gli acini congelati. Sulle etichette sono poi raffigurate le opere in ceramica di Giustiniani, celebre ceramista del ‘700 che possedeva una bottega a pochi chilometri dalla Masseria, colorate con i classici giallo, verde e azzurro della tradizione napoletana.