Lo Chassagne Montrachet Blanc è una delle icone enologiche più prestigiose di tutta la Francia vinicola, celebre in tutto il mondo per il profilo sensoriale caratteristico, fortemente identitario del comune che gli fornisce il nome, situato tra le località di Santenay e Puligny Montrachet all’inizio geografico della Cote de Beaune, area compresa all’interno della Cote d’Or. Ci troviamo ovviamente in Borgogna, la regione vinicola francese più esclusiva e blasonata che classifica la produzione in base alle diverse municipalità e che, grazie alle molteplici e variegate sfaccettature geologiche e climatiche di ogni “village”, riesce a donare ad ogni espressione comunale caratteristiche organolettiche ben diversificate e distinguibili tra di loro, elevando al suo significato più alto il concetto di terroir.
Lo Chassagne Montrachet Blanc è una delle icone enologiche più prestigiose di tutta la Francia vinicola, celebre in tutto il mondo per il profilo sensoriale caratteristico, fortemente identitario del comune che gli fornisce il nome, situato tra le località di Santenay e Puligny Montrachet all’inizio geografico della Cote de Beaune, area compresa all’interno della Cote d’Or. Ci troviamo ovviamente in Borgogna, la regione vinicola francese più esclusiva e blasonata che classifica la produzione in base alle diverse municipalità e che, grazie alle molteplici e variegate sfaccettature geologiche e climatiche di ogni “village”, riesce a donare ad ogni espressione comunale caratteristiche organolettiche ben diversificate e distinguibili tra di loro, elevando al suo significato più alto il concetto di terroir.
Il vitigno bianco principe in Borgogna, impiegato anche per lo Chassagne Montrachet Blanc, è lo Chardonnay, derivante probabilmente da un incrocio spontaneo avvenuto nel 700 d.C. tra il Pinot Nero e il Gouais Blanc. Si tratta di una varietà difficile che per produrre qualità necessita di basse rese e territori vocati. Il suo unico punto debole è la precocità della germinazione e si ritrova spesso a rischio in zone fredde, dove la possibilità di gelate primaverili è spesso dietro l’angolo. Risulta infatti un vitigno molto sensibile all’andamento climatico ed è anche per questa ragione che gli Chardonnay di Borgogna sono spesso rappresentanti fedelissimi dell’annata, presentando spesso differenze organolettiche peculiari. La natura di questa varietà di uva assume infatti caratteristiche decisamente variabili: assume sentori vegetali se subisce un clima troppo freddo e invece accumula zuccheri, che sfoceranno poi in un elevato tenore alcolico, se il clima risulta troppo caldo. La tradizione vinicola borgognona della Cote d’Or, come nel caso di questa varietà enologica, si differenzia da quella di Chablis per la tecnica di vinificazione e, quindi, nel prodotto finito: sia in Cote de Beaune che in Cote de Nuit la produzione di vino bianco prevede l’utilizzo del legno sotto forma di “piece”, ossia di botti da 228 litri o di tonneaux sia per la fermentazione che per l’affinamento donando complessità e ricchezza gustativa, mentre a Chablis le vinificazioni di solito si svolgono esclusivamente in contenitori di acciaio per esaltare la freschezza e le componenti sapide.
Il patrimonio su cui questa blasonata e celebre regione basa la sua fama è da riconoscere in primis nella sfaccettatura dei suoli, dove ogni comune dà il nome ad un’appelation non solo semplicemente per provenienza geografica ma soprattutto per le differenze geologiche che caratterizzano ogni village. Anche il miglior Chassagne Montrachet Blanc deve il suo profilo sensoriale al terreno del comune di questa famosa denominazione di Borgogna, che si differenzia dai vicini Puligny e Santenay per la ricchezza di argille molto profonde, da cui acquista la sua tipica intensità, resa complessa però dalle finezze acquisite dal calcare rosa di Premeaux, originari del periodo Giurassico e situati a poca profondità. Il villaggio conta 370 ettari vitati di cui solo 11 adibiti alla produzione di vini francesi, solitamente di varietà grand cru e alcuni sono condivisi con Puligny, quali “Montrachet” e “Batard Montrachet”, mentre vanta l’esclusività del piccolo “Criots-Batard”, il più piccolo grand cru bianco della regione e diviso tra sette proprietari. Qui il terreno risulta protetto dall’erosione dalla grande quantità di pietre e ciottoli che, riscaldando il suolo, garantiscono alle viti una maturazione perfetta dei grappoli.
L’analisi sensoriale dello Chassagne Montrachet si apre con una veste che richiama un lucente oro verde, consistente e ricco a giudicare la sua fluidità nel calice. Continua poi con un bouquet aromatico di pregevole intensità, ricchezza e complessità che gioca su note in primis floreali, riportando sentori di verbena, melissa e caprifoglio per poi virare su profumi propri della frutta secca, come le arachidi e le nocciole tostate. Ad apertura completa infine sprigiona aromi opulenti e confortevoli di miele e frutta esotica matura, come mango e ananas. È al sorso però che si rivela un campione di potenza ed eleganza, evidenziando un attacco al sorso leggermente verde ed erbaceo che si sviluppa travolgente per sapidità e morbidezza, con intensi aromi di pere mature a concludere con dolcezza l’analisi di un capolavoro enologico. Rispecchiano queste caratteristiche le espressioni più classiche della tipologia, prodotte da vignaioli autentici e testimoni del loro territorio. È il caso della Chassagne Montrachet Blanc Bruno Colin, prodotto da questa rinomata cantina francese nata nel 1993, seguito a ruota da Morey Coffinet, Regnard e tanti altri. Grazie a questa fine eleganza gli abbinamenti sono svariati e godibili, variabili in base al gusto personale e all’estro creativo. Assoluti con piatti a base di burro e tartufi, si valorizzano accanto a delle escargot à la bourguignonne, condite con burro, aglio e prezzemolo.
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