Il Dettori Bianco è prodotto a partire da Vermentino in purezza e rappresenta l'essenza e la genuinità dell'affascinante terra sarda. Il naso è un tripudio di aromi di pregevole complessità e profondità che vanno dai fichi secchi alle mandorle tostate. In bocca ha materia e classe, sorprende per la persistenza gustativa!
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Il Dettori Bianco è un’icona nel mondo del vino artigianale, un infuso emozionante di mare, macchia e frutto. Quello della famiglia Dettori è sinceramente un nome che non ha bisogno di presentazioni, da sempre baluardi nella produzione di vini identitari e che come pochi altri sanno restituire l'essenza del loro luogo d'origine. Certo, le vecchie vigne ad alberello di Cannonau, Vermentino, Monica, Pascale e Bovale aiutano nell'impresa, ma bisogna saper preservare un patrimonio così ricco e multiforme. Da qui un credo, che non tiene conto di mode passeggere, dato che la cultura del rispetto della natura è insita nella famiglia Dettori, che già da ben prima di iniziare ad imbottigliare i propri vini non ha mai contemplato che sostanze chimiche o di sintesi alterassero il naturale equilibrio del luogo. I vini sono prodotti dalla cantina di Badde Nigolosu sono indubbiamente tra i più emozionanti in cui ci si possa imbattere, capaci di folgorare al primo assaggio e di diventare spartiacque tra un prima e un dopo.
Il vino Dettori Bianco è ottenuto da uve Vermentino in purezza, provenienti da Viti di quasi 60 anni allevati ad alberello su terreno collinare calcareo a 300 metri di altitudine. In vigna, le basse rese ed un’agricoltura che segue i precetti della biodinamica, sono il preludio ad un lavoro di cantina altrettanto serio, dove tutte le fermentazioni avvengono spontaneamente e nel caso del bianco avviene una breve macerazione sulle bucce. Il liquido affina alcuni mesi in vasche di cemento, e viene imbottigliato senza subire chiarifiche o filtrazioni.
Il Dettori Bianco si presenta nel calice con una splendida veste dorata, orlata da riflessi ambrati. Naso coinvolgente e dinamico, un turbinio indomabile di refoli salmastri, frutta sotto spirito, frutta secca e macchia mediterranea, che equivale ad un tuffo in terra sarda. All'assaggio il liquido si rivela in tutta la sua ricchezza, dove materia debordante e dolcezza di frutto sono ravvivati da una spinta sapida e da una leggera frizione tannica. Magistrale.
Giallo dorato, con riflessi ambrati
Profondo e complesso quasi come vino rosso, ricorda ciliegie sotto spirito, fichi secchi. Poi l’esplosione delle fruttosità mature, leggera nota ossidativa finale
Ricco, estrattivo, materico, quasi tannico all'attacco, resta in bilico tra l'amaro, il dolce e la potenza alcolica, finale lunghissimo