La Freisa "Kyè" è un vino rosso piemontese di grande personalità e tipicità che affina per 12-18 mesi in botte di rovere di Slavonia e barrique. Il ventaglio aromatico è di pregevole complessità, con intense note di bacche rosse e lunghe scie di pepe bianco e tabacco. Al palato si alternano bene freschezza e morbidezza, con un finale di lunga persistenza
La Freisa "Kyè" di Vajra rappresenta il pieno riscatto di questo vitigno piemontese troppo spesso dimenticato di fronte ad altri grandi classici piemontesi da vitigno Nebbiolo. Una filosofia presente già nel nome; Kyè, ossia "Chi è?"; un nome che racchiude in sè la naturale sorpresa di trovare, come ama ripetere Giuseppe Vajra, questa rara varietà nella sua interpretazione più profonda. La Freisa è un vitigno dalle origini antiche; basti pensare che esistono documentazioni a riguardo che risalgono all'inizio del Cinquecento, mentre verso la fine del Settecento troviamo la prima descrizione della Freisa, posta dal Conte Giuseppe Nuvolone-Pergamo, direttore dell'Orto Sperimentale della Reale Società di Agricoltura di Torino, fra le uve nere piemontesi di prima qualità. Vajra, una storica e importante realtà delle Langhe, ha deciso di riproporre una nuova versione della Freisa, più moderna, ma comunque legata alle tradizioni.
Tradizioni fatte da un profondo legame con il Nebbiolo, ma caratterizzata da una difficoltà di coltivazione e di resa certamente maggiore. La Freisa "Kyè" di Vajra nasce dal Vigneto San Ponzio, nel Comune di Barolo, su vigne poste tra i 390 e i 410 metri sul livello del mare, su un suolo ricco di argilla; un suolo che garantisce un vino con una bella struttura, alimentata anche da una fermentazione piuttosto lunga che trasferisce i tannini dall'uva al vino.
L'affinamento protratto per 12-18 mesi in parte in botti di rovere di Slavonia e in parte in barrique trasforma ulteriormente questa Freisa che si presenta con un colore rosso rubino profondo e che offre da subito note complesse e intense di bacche rosse, di tabacco, di rose e di pepe bianco. Siamo di fronte a un grande vino rosso piemontese che si mostra in tutto il suo fascino e che finalmente riscopre di non essere da meno rispetto agli altri grandi rossi piemontesi…
Rosso rubino profondo
Note di bacche rosse, tabacco, rose e pepe bianco
Sapido, ricco, complesso, bilanciato, con una bella freschezza