"Na" di Cantina Giardino è un vino bianco campano dal sorso schietto e fresco, frutto di una macerazione sulle bucce di quattro giorni e di assenza di processi di filtrazione. Dal colore dorato leggermente velato che vira verso l'arancione, regala sfumature salmastre, note di orzo, erbe aromatiche e frutta estiva. All'assaggio è appagante, teso e ricco, con una vibrante freschezza e una piacevole nota acetica
Il “Na” Bianco di Cantina Giardino è un vino vibrante e sincero che fa parte della trilogia Na-Tu-Re, ovvero la triade dei vini più schietti e conviviali imbottigliati dalla leggendaria cantina di Ariano Irpino. Il termine leggenda infatti non è utilizzato a caso quando si parla di Cantina Giardino, realtà irpina fondata nel 2003 da un gruppo di amici con la passione in comune per il buon vino e con l'idea condivisa di valorizzare una terra dallo straordinario potenziale trainati dalle conoscenze enologiche di Antonio di Gruttola. Il credo è quello di bandire qualsiasi sostanza chimica o di sintesi, aiutandosi con preparati naturali e pochissimo rame e zolfo, valorizzando esclusivamente i vitigni autoctoni locali quali Aglianico, Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe. Tutti i vini sono contraddistinti da un'espressività verace e arrembante, che cela però una profondità gustativa non indifferente e una definizione crescente, man mano che ci si avvicina ai vini di punta. Ma il potere emotivo dei liquidi non si discute, mai. Vini del cuore.
Il vino “Na” Bianco è ottenuto da uve bianche, con breve macerazione sulle bucce della durata di quattro giorni. In vigna l'idea è quella di far parlare uva, territorio e annata non prevaricando questa triade con alcuna sostanza chimica e di sintesi. In cantina il credo è lo stesso e si procede sempre con fermentazioni alcoliche spontanee, senza che i liquidi subiscano chiarifiche o filtrazioni. L'aggiunta di solforosa, quando avviene, è in dosi omeopatiche.
Il “Na” Bianco illumina il calice con la sua veste dorata che vira verso l'arancio. Arancio che ritorna anche al naso, sotto forma di scorza, seguito immediatamente da richiami al grano arso, alle erbe spontanee e da scudisciate sulfuree. Il variegato ma schietto profilo olfattivo è confermato da un sorso senza fronzoli, dotato di freschezza corroborante e bello slancio salino. Teso come una corda di violino, si erge a rimedio perfetto per le incombenti arsure.
Giallo dorato velato con tinture aranciate
Note di erbe mediterranee, orzo caramellato, agrumi, frutta fresca bianca e ventate salmastre
Schietto, espressivo, sapido e di grande tensione, con vibrante freschezza e leggere e piacevoli punte acetiche