Il “Poliphemo Vecchie Vigne” di Luigi Tecce è un Aglianico di grande struttura e concentrazione, ottenuto da viti di 80 anni di età, vinificato con lunghe macerazioni in tini aperti e maturato per 24 mesi in botti di media dimensione. Ha un bouquet ampio e complesso di frutta rossa, spezie, incenso, sottobosco, radici ed erbe aromatiche che invita ad un sorso morbido, materico e potente.
Il “Poliphemo Vecchie Vigne” di Luigi Tecce è una vera e propria bomba, capace di riassumere in sè il concetto di potenza e veracità. Quando si parla di Aglianico si parla indubbiamente di una delle eccellenze del vino italiano, in quella che è la triade dei grandi vitigni della nostra penisola assieme a Nebbiolo e Sangiovese. Le caratteristiche dell'Aglianico però sono diverse e uniche, e nelle sue espressioni di punta dà vita a vini austeri, potenti e trainati da un tannino scolpito che rimane impresso nella memoria. Uno dei gioielli della zona è quello di Luigi Tecce, nome noto agli appassionati poiché le sue bottiglie sono tra le più emozionanti ed espressive in cui si possa imbattere. Liquidi che sfidano il tempo, prodotti con cura maniacale e con attenzione particolare alla perfetta maturazione delle uve, fattore purtroppo non considerato da alcuni vignaioli improvvisati. Esperienza memorabile.
Il “Poliphemo Vecchie Vigne” è prodotto con uve di Aglianico in purezza, provenienti da viti di oltre 80 anni site su terreno argilloso calcareo. In vigna non si fa ricorso in alcun modo alla chimica o alle sostanze di sintesi, ma si ricorre all'utilizzo di solo un pò di rame e zolfo. In cantina si prosegue con fermentazione alcolica spontanea e macerazione sulle bucce di 40 giorni in tini di castagno aperti. Il liquido affina per 10 mesi in acciaio e 24 mesi tra tonneaux e botti grandi, prima di venire imbottigliato senza filtrazioni o chiarifiche.
Il “Poliphemo Vecchie Vigne” riempie letteralmente il calice con la sua massa color inchiostro, impenetrabile. Il naso, inizialmente compatto e austero, risale lentamente come se fosse la terra a parlare e la prima suggestione è proprio quella legata al terreno. Piano piano il liquido si apre in un ventaglio irresistibile di prugna, cacao amaro, sottobosco e pepe nero. In bocca il vino è travolgente, un sorso impetuoso dove il tannino è letteralmente padrone della scena e allunga smisuratamente la persistenza del liquido. Ciclone.
Rosso rubino acceso con riflessi granati
Note di ciliegia, corteccia, pepe rosa, giuggiole, arancia, mirto, incenso, glicine e malva
Potente e bilanciato, elegante e di pregiata persistenza minerale