Vincent Paris

Vincent Paris è un giovane vigneron dalla personalità schiva e riservata, tutto dedito al suo lavoro con umiltà e perizia. Fonda il proprio Domaine nel 1997, partendo da 1 ettaro sul territorio di Cornas. Molto presto riesce ad ampliare la proprietà, aggiungendo vigneti nella limitrofa denominazione di Saint-Joseph. Grazie ad una associazione fondiaria rurale, nel 2007 riesce ad acquistare dallo zio la parcella de La Geynale, una vigna storica che annovera vecchi ceppi tra gli 80 e i 100 anni di età. Perché Vincent è nipote d’arte, di quel Robert Michel unanimemente considerato una istituzione vivente per quanto riguarda questa parte settentrionale del Rodano. Oggi il Domaine Vincent Paris si estende su 9 ettari: appena più di 6 ettari in denominazione Cornas, poco più di 1,5 ettari in denominazione Saint-Joseph e 1 ettaro circa senza denominazione, ovvero la terra che darà il cosiddetto Vin de Pays.

Il Domaine Vincent Paris si trova dunque nel settore settentrionale della valle del Rodano, lungo quella riva destra stretta fra il fiume e i primi contrafforti del Massiccio Centrale. Questa morfologia costringe Vincent a rifiutare le passeggiate in vigna ai visitatori che glielo chiedono, perché le pendenze sono mediamente impressionanti e spesso pericolose: i suoi appezzamenti a Cornas raggiungono il 30% e anche il 60%. I suoli delle diverse parcelle mostrano tutti un unico comune denominatore rappresentato dal granito: la roccia madre è in molti casi affiorante, lasciando ben poco spessore ad un terreno che si mostra sovente disseminato di pietrisco e ghiaie. Il clima di queste zone presenta influenze semi-continentali, con inverni che possono assumere accenti decisamente rigidi ed è definito dal mistral, il vento freddo del nord che imperversa spesso in maniera violenta arrivando a danneggiare i germogli delle viti.

Vincent Paris alleva le uve tipiche di questo terroir: le bacche bianche Viognier e Roussanne, e la bacca nera che può essere considerata praticamente la monocultivar del Rodano settentrionale, la Syrah. L’approccio agronomico è tendenzialmente indirizzato alla massima sostenibilità ambientale possibile, ma viene semplicemente e onestamente dettato dalle esigenze che di volta in volta si presentano nei diversi appezzamenti e nelle diverse annate: soprattutto a causa delle ardite pendenze, il lavoro in vigna è talmente complicato da rendere assurda la ricerca a tutti i costi di una certificazione. Le vinificazioni del Domaine sono improntate alla esaltazione del territorio e del varietale, senza intromissioni artistiche: fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, pressature delicate, affinamenti che abbinano la vasca d’acciaio e le botti di rovere usate di varie dimensioni.