Corte Bravi

La storia della cantina Corte Bravi inizia nel 1990 con l’acquisto di alcuni terreni in una vallata nei pressi di Gargagnago, nell’area della Valpolicella Classica. Il territorio collinare a nord di Verona è da sempre vocato per la viticoltura grazie a un clima mite, protetto a nord dalla catena dei Monti Lessini a aperto a ovest agli influssi delle dolci brezze del vicino Lago di Garda. In questa terra la vite dimora dal tempo degli antichi romani e ancora oggi rappresenta la maggior ricchezza del territorio. Le belle esposizioni collinari, i terreni vocati e la presenza di antichi vitigni autoctoni a bacca rossa, che si sono adattati perfettamente alle condizioni pedoclimatiche locali, consentono di produrre una gamma di vini di alta qualità e rappresentativi delle antiche tradizioni.

La tenuta Corte Bravi nasce ufficialmente del 2011. Fin dall’inizio è stata scelta una viticoltura rispettosa dell’ambiente, con l’intento di realizzare vini non solo buoni, ma anche sani e genuini. Oggi la cantina è certificata biologica e in campagna si utilizzano per i trattamenti solo zolfo, rame e preparati biodinamici, senza ricorrere a sostanze chimiche. Un approccio che mantiene anche la vitalità dei terreni e favorisce lo sviluppo della biodiversità in vigna. Dal 2019 Corte Bravi fa anche parte dell’associazione Vinnatur, che segue un disciplinare molto rigoroso per cercare di realizzare vini nel modo più naturale possibile. La sostenibilità riguarda tutti gli aspetti dell’azienda, che dal 2020 fa fronte al suo bisogno energetico solo con energie rinnovabili

La tenuta riserva una particolare attenzione alla gestione della vigna, che è allevata secondo l’antico metodo della pergola veronese con tralci lunghi e grappoli spargoli. Per limitare la produzione, in primavera si eliminano alcuni germogli e in estate si procede alla cimatura dei tralci in eccesso e a defogliare le piante per esporre i grappoli all’aria e al sole, favorendo così la maturazione. La vendemmia si svolge manualmente con diversi passaggi in vigna, in modo da raccogliere ogni volta solo i grappoli più maturi e sani. Le vinificazioni avvengono con il minimo intervento, con fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e senza aggiunta di solforosa, che viene utilizzata solo al momento dell’imbottigliamento per proteggere il vino durante il periodo d’affinamento.