Quando si parla di grandi vini francesi, non si può non menzionare Châteauneuf-du-Pape Rouge, una delle Appellation più ricche di storia e di fascino. È nel meraviglioso territorio di quest’antico borgo, a due passi da Avignone, che nasce un vino rosso da secoli simbolo di armonia, ricchezza ed eleganza. L’area di produzione si trova nella bassa Valle del Rodano, una zona in cui la viticoltura era già presente fin dall’epoca della colonizzazione Romana, ma che ha conosciuto un periodo d’oro durante il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, dal 1309 al 1377. La necessità di fornire la Corte del Papa ha stimolato e innalzato il livello qualitativo della produzione, per realizzare il celebre Vin du Pape. Da allora la zona è diventata una delle più famose al mondo per i grandi rossi da invecchiamento, realizzati con un assemblaggio di vitigni autoctoni del territorio.
Quando si parla di grandi vini francesi, non si può non menzionare Châteauneuf-du-Pape Rouge, una delle Appellation più ricche di storia e di fascino. È nel meraviglioso territorio di quest’antico borgo, a due passi da Avignone, che nasce un vino rosso da secoli simbolo di armonia, ricchezza ed eleganza. L’area di produzione si trova nella bassa Valle del Rodano, una zona in cui la viticoltura era già presente fin dall’epoca della colonizzazione Romana, ma che ha conosciuto un periodo d’oro durante il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, dal 1309 al 1377. La necessità di fornire la Corte del Papa ha stimolato e innalzato il livello qualitativo della produzione, per realizzare il celebre Vin du Pape. Da allora la zona è diventata una delle più famose al mondo per i grandi rossi da invecchiamento, realizzati con un assemblaggio di vitigni autoctoni del territorio.
L’area di produzione si estende su un territorio di oltre 3.000 ettari, nei comuni di Châteauneuf-du-Pape, Courthézon, Bédarrides Sorgues e Orange, oltre il 93% vitato con varietà a bacca rossa. Quasi tutti i vigneti sono allevati ad alberello, secondo il modello greco, una forma di conduzione della vite particolarmente adatta alle zone mediterranee e ai suoli molto particolari della zona. Il territorio del Basso Rodano ha delle caratteristiche uniche, con vigne piantate in vere e proprie pietraie, in cui non si vede la terra. Si tratta di un suolo di carattere prevalentemente alluvionale, creato dal corso del Rodano. Nel corso del Quaternario, il fiume ha trasportato a valle un’enorme quantità di ciottoli di varie dimensioni, tutti perfettamente levigati. L’immagine classica dei vigneti è, infatti, costituita dalle distese di “galets roulés”, altopiani sassosi costituiti da depositi di ciottoli, profondi qualche metro, che poggiano su un sottofondo di sabbie e argille. Tuttavia, anche se queste vigne sassose costituiscono il volto più conosciuto, il territorio presenta una certa variabilità e complessità.
Le zone a nord e a est del borgo di Châteauneuf-du-Pape sono caratterizzate da plateau di sassi; sempre a nord-est troviamo anche zone sabbiose; mentre a ovest prevalgono suoli ricchi di affilate e compatte scaglie di calcare grigio. L’area a sud è costituita da ampi terrazzamenti di natura alluvionale, con terra mista a ciottoli. In generale si tratta di terreni molto drenanti, che fanno scorrere l’acqua delle scarse precipitazioni in profondità, dove viene conservata dalle argille per il fabbisogno della vite.
A parte qualche piccolo vigneron, quasi tutti i produttori possiedono vigne in diverse zone e su suoli diversi. Le differenze di epoche di maturazione e di caratteristiche delle uve tra le parcelle, consentono di realizzare ogni anno dei vini equilibrati. Il clima è mediterraneo, con estati molto calde e siccitose, rinfrescate solo dalla presenza del Mistral. Il vento fresco soffia da nord-ovest e scende con veemenza dalla Valle del Rodano fino al Golfo del Leone. La costante ventilazione mantiene sempre i grappoli asciutti e sani, scongiurando il pericolo di muffe e marciumi. Non è un caso che oltre il 25% dei vigneti siano gestiti in regime di agricoltura biologica o biodinamica.
Una delle particolarità dei vini di Châteauneuf-du-Pape è che possono essere realizzati con ben 13 vitigni diversi, tra cui alcuni anche a bacca bianca: Grenache (noir, gris, blanc), Syrah, Mourvèdre, Cinsault, Clairette (blanche e rosé), Vaccarèse, Bourboulenc, Roussanne, Counoise, Muscardin, Picpoul (blanc, gris, noir), Picardan e Terret noir. Si tratta di vini d’assemblaggio e il disciplinare dell’Appellation non ha fatto altro che fotografare la tradizionale composizione delle vigne, da sempre piantate con molte varietà e lontanissime dall’idea moderna degli impianti monovitigno o addirittura monoclonali.
Tuttavia i vitigni principali sono 3: Grenache, Syrah e Mourvèdre a cui si aggiunge una piccola percentuale degli altri, quasi sempre presenti tra i filari delle vecchie vigne. La Grenache è la varietà principe del territorio. Si è ambientata benissimo sui soli poveri e al clima assolato. Dona all’assemblaggio ricchi aromi fruttati, con caratteristiche note di mirtillo, ribes nero e piccoli frutti di bosco. La Syrah, nella zona di Châteauneuf-du-Pape, si trova al suo confine sud e conferisce ai vini struttura, tannini e le caratteristiche note speziate. La Mourvèdre è un vitigno che ama leesposizioni molto calde, ma con buone riserve d’acqua nel sottosuolo. La sua presenza contribuisce ad avere freschezza e le classiche note di erbe della macchia mediterranea. Su questi tre principali vitigni cardine, assolutamente complementari, si inseriscono poi le sfumature delle altre uve, contribuendo a creare una vera e propria sinfonia d’aromi, complessa e armoniosa.
Ogni produttore ha la sua ricetta, ma tutti sono convinti dell’assoluta superiorità dell’arte dell’assemblaggio, che da secoli fa parte della cultura del territorio. Le vinificazioni avvengono quasi sempre in modo separato per i principali vitigni, che sono poi assemblati per creare la cuvée definitiva. L’invecchiamento avviene, quasi sempre, in vasche di cemento o in botti grandi da 50/60 ettolitri. Le barrique e i tonneau sono usati quasi esclusivamente per il Syrah.
La zona è caratterizzata dalla presenza di un tessuto produttivo fatto di cantine storiche, che tramandano di generazione l’arte della produzione di questo grande vino rosso. Si tratta di tenute familiari dalle dimensioni medio grandi o di piccoli domaine di vigneron, che creano un quadro variegato, caratterizzato da diverse e interessanti interpretazioni del territorio. Il livello medio della produzione è molto alto ed è veramente difficile dire quale sia il miglior Châteauneuf-du-Pape Rouge. Tuttavia possiamo segnalare alcune cantine particolarmente interessanti, che producono etichette di grande prestigio, come il Domaine de Beaurenard, Guigal, Chateaux Beaucastel ed Eric Texier. Sono rossi intensi ed eleganti, dai profumi di piccoli frutti a bacca scura, note di erbe officinali, di macchia mediterranea, spezie morbide e pepe nero. Il sorso è caldo e avvolgente con aromi molto complessi, persistenti e una chiusura equilibrata, fresca e sapida.
Parlare di Châteauneuf-du-Pape Rouge e abbinamenti vuol dire sedersi a tavola con piatti di carne importanti. Si tratta di vini strutturati, che si accompagnano molto bene a carni rosse arrosto, brasati o selvaggina.
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