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Cinque Terre Bianco

Le Cinque Terre rappresentano un’eccellenza nel panorama dei vini della Liguria. Questo piccolo territorio della Riviera Ligure di Levante, non solo è uno dei tratti di costa più belli d’Italia, ma produce anche il famoso Cinque Terre Bianco Doc. L’area occupa il tratto di litorale che da Portovenere prosegue verso ovest. Si tratta di una sottile lingua di ripida terra tra le montagne e il mare, punteggiata dalle case colorate dei borghi marinari di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. La zona si trova all’interno dell’omonimo Parco Nazionale e rappresenta un piccolo gioiello in cui il tempo sembra essersi fermato, che ci fa riassaporare le atmosfere del passato. È un luogo incantato, in cui da sempre la sussistenza dei pochi abitanti è stata legata a due attività fondamentali: la pesca e la viticoltura.

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Le Cinque Terre rappresentano un’eccellenza nel panorama dei vini della Liguria. Questo piccolo territorio della Riviera Ligure di Levante, non solo è uno dei tratti di costa più belli d’Italia, ma produce anche il famoso Cinque Terre Bianco Doc. L’area occupa il tratto di litorale che da Portovenere prosegue verso ovest. Si tratta di una sottile lingua di ripida terra tra le montagne e il mare, punteggiata dalle case colorate dei borghi marinari di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. La zona si trova all’interno dell’omonimo Parco Nazionale e rappresenta un piccolo gioiello in cui il tempo sembra essersi fermato, che ci fa riassaporare le atmosfere del passato. È un luogo incantato, in cui da sempre la sussistenza dei pochi abitanti è stata legata a due attività fondamentali: la pesca e la viticoltura.

Un territorio da scoprire

Il territorio delle Cinque Terre è caratterizzato da una costa rocciosa, che s’inabissa nel mare blu. Le aree coltivabili sono pochissime. Il profilo verticale del litorale e i suoli pietrosi, composti prevalentemente da scisti e da poca terra, si sono rivelati adatti alle poche coltivazioni che riescono ad adattarsi a queste condizioni estreme, come la vite e l’olivo. Nel corso dei secoli, il duro lavoro dell’uomo ha plasmato il paesaggio mutandone l’aspetto. I ripidi e scoscesi versanti dei monti sono stati disboscati e trasformati in terrazzamenti con muretti a secco, in modo da ricavare piccole superfici piane da poter coltivale. Si tratta di sottili strisce di terra strappate alla roccia, dette cìan in dialetto ligure, che danno al territorio un volto lineare e ordinato. Un paesaggio creato dall’uomo, che ha creato una viticoltura eroica, assolutamente non meccanizzabile. Tutte le lavorazioni in vigna sono manuali, cosi come le vendemmie e il traporto dell’uva avviene mano o con piccoli vagoncini a cremagliera. I terreni pietrosi e poveri regalano rese basse, che unite alle molte ore di lavoro da dedicare alla vigna, rendo poco remunerativa questo tipo di viticoltura rispetto alle aree collinari o pianeggianti. Proprio queste difficili condizioni, fanno questo territorio un’area di alta qualità. Si tratta di una zona in cui il rapporto con la vigna ha conservato un volto antico, ancora orientato alla produzione di vini artigianali di eccellente qualità e con un’autentica connotazione di terroir. Il tessuto produttivo è composto da piccoli produttori, che coltivano tenute di pochi ettari, spesso suddivisi in minuscole parcelle, non sempre vicine tra di loro, che rendono ancora più complicato il lavoro in vigna. Il clima è tipicamente mediterraneo, con vigneti prevalentemente esposti a mezzogiorno e inondati dal sole. Le temperature più torride sono mitigate dalle dolci brezze del mare. La ventilazione costante tiene i grappoli sempre asciutti e garantisce una buona escursione termica tra il giorno e la notte.

L’eredità del passato

Come accennavamo in precedenza, le particolari caratteristiche di un territorio molto difficile da coltivare, si sono rivelate adatte solo alla vite. Una pianta che ama i climi soleggiati e ventosi, i terreni poveri e che soffre poco la siccità. È stato cosi del tutto naturale che la viticoltura sia diventata l’attività agricola principale, se non esclusiva, proprio per mancanza di vaste superfici che consentissero di piantare di seminativi o di altre colture. Nonostante oggi l’attività economica principale sia legata al turismo, la coltivazione della vite conserva ancora un ruolo importante. Tuttavia l’estensione attuale dei vigneti è ben poca cosa se paragonata con la situazione del passato. Basta osservare delle vecchie foto dei primi del ‘900 per rendersi conto di come sia radicalmente cambiato il paesaggio. All’inizio del secolo la vite era protagonista assoluta del territorio. Dalle esposizioni più alte dei rilievi montuosi fino al mare, era un ininterrotto vigneto, costruito con muretti a secco, terrazzamenti e scale in pietra. I filari della vite occupavano tutto il territorio, che era un vero e proprio giardino d’uva, accudito con fatica e pazienza da contadini che non avevano altra risorsa per la loro sussistenza. Ciò che rimane oggi è solo un lontano ricordo dell’incredibile estensione delle vigne del passato. Il bosco e gli arbusti della macchia mediterranea si sono riappropriati velocemente di gran parte territorio nel giro di pochi decenni. Prima l’industrializzazione di La Spezia e nel secondo dopoguerra lo sviluppo del turismo, hanno portato le nuove generazioni a lasciare il faticoso lavoro in vigna in favore di occupazioni meno impegnative e più remunerative. L’abbandono della coltivazione della montagna, in un territorio fragile come quello ligure, ha condotto a un progressivo dissesto idrogeologico dell’area, con frane e alluvioni sempre più frequenti. Per questo motivo la Regione sta cercando d’incentivare progetti di recupero delle vecchie vigne, che posano contribuire a una maggior cura e tutela del territorio.

I vitigni e il vino

Quest’area è da sempre vocata per la coltivazione delle uve a bacca bianca e non a caso si produce praticamente un unico vino, il Cinque Terre Bianco. Si tratta di un uvaggio realizzato con i vitigni storicamente presenti in questa zona della Liguria: le due varietà autoctone Bosco, Albarola e cui si unisce il Vermentino. È tra i più pregiati bianchi Liguri, proprio per aver conservato inalterato nel tempo il legame con le antiche tradizioni del territorio. Si tratta di una piccola produzione consumata quasi esclusivamente all’interno del circuito della ristorazione locale, che ha mantenuto un’autentica tipicità, senza concessioni alle mode e senza dover inseguire i gusti dei consumatori dei mercati internazionali. È un vino antico, che sa ancora esprimere il volto più sincero e vero della terra. Si tratta di un bianco di buon corpo, dal volto solare e mediterraneo. I profumi sono sottili e delicati, mai troppo intensi ed esuberanti. Ricordano soprattutto le erbe aromatiche della macchia mediterranea, il rosmarino, l’elicriso, la ginestra, i fiori di campo, gli agrumi, la frutta fragrante e le note iodate. Al palato ha una buona struttura. Il sorso è armonioso e ricco, con aromi di frutta gialla matura e un finale molto equilibrato, caratterizzato da buona freschezza e intense sensazioni sapide.

Gli abbinamenti del Bianco 5 Terre

A tavola questo vino trova i migliori abbinamenti con la cucina del territorio. Si sposa molto bene con un piatto di trofie al pesto, di spaghetti con i frutti di mare, con del pesce alla griglia o al forno.

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