Regione | Piemonte (Italia) |
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Anno fondazione | 1990 |
Ettari vitati | 40 |
Produzione annuale | 200.000 bt |
Indirizzo | Via Romagnano, 69 A - 28074 Ghemme (NO) |
Enologo | Mattia Donna |
Torraccia del Piantavigna è una realtà storica del vino piemontese, che è stata creata nel secondo dopoguerra da Pierino Piantavigna, che cominciò la sua attività nel campo della viticoltura con un piccolo vigneto nella zona collinare di Ghemme, splendidamente esposto al sole, nei pressi del castello di Cavenago. La cantina ha visto la luce ufficialmente nel 1997, grazie all’iniziativa di Alessandro Francoli, proprietario dell’omonima distilleria. La sede si trova a Ghemme, in una delle zone più belle dell’Alto Piemonte, sulle colline ai piedi della vetta del Monte Rosa. I vigneti si estendono complessivamente su una superficie di 40 ettari, all’interno delle celebri denominazioni di Ghemme e Gattinara, che rappresentano le due più prestigiose eccellenze delle Colline della Sesia.
Oggi la tenuta è gestita ispirandosi ai principi e ai valori delle origini, nel rispetto delle tradizioni del territorio e dell’ambiente. In quest’area del nord del Piemonte, la vite dimora dal tempo dei Celti e poi dei Romani, grazie a condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli. Il territorio è di antichissima origine lavica. Circa 290 milioni di anni fa, in questa zona era attivo un enorme complesso vulcanico e le rocce magmatiche sono poi state portate in superficie durante le compressioni della crosta terrestre provocate dalla creazione della catena alpina. Se la zona di Gattinara conserva nei suoli questa matrice vulcanica, quella di Ghemme è caratterizzata soprattutto da depositi morenici e alluvionali di ciottoli e ghiaie provenienti dall’arco alpino. In tutte e due i casi, si tratta di terreni molto vocati per la viticoltura, in particolare per il Nebbiolo, l’uva da sempre coltivata in regione.
Il clima è fresco e ventilato, caratterizzato da notevoli escursioni termiche per la presenza di correnti d’aria fredda, che scendono dalle vette alpine e si contrappongono alle giornate calde e soleggiate. La viticoltura ha sempre rappresentato un’importante risorsa per il territorio e solo il richiamo di un salario sicuro derivante dall’industrializzazione del secondo dopoguerra, ha generato un progressivo abbandono delle campagne e delle vigne. Tuttavia alcuni viticoltori, tra cui Torraccia del Piantavigna, hanno saputo mantenere vive le antiche consuetudini e valorizzarle grazie a un prezioso lavoro di tutela del paesaggio vitato. I vini esprimono il carattere fresco ed elegante del Nebbiolo di montagna, più rarefatto e sottile, raffinato e delicato.
"Un grande vino deve essere anche buono per l’ambiente"