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Arneis

L’Arneis è un vitigno piemontese a bacca bianca originario della zona del Roero e diffuso anche nelle Langhe, il cui nome, nel dialetto locale, significa ‘estroverso’ e ‘ribelle’. Presente da secoli nelle colture miste dei contadini, la sua riscoperta e valorizzazione risale agli anni Settanta, quando si è cominciato a vinificarlo in purezza, dando vita a del vino bianco elegante di spiccata personalità e di buona aromaticità. Tra i primi e più celebri esemplari di vino Arneis c’è il Blangè di Ceretto, che divenne il simbolo di un’intera generazione di giovani a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e ancora oggi è una delle etichette italiane più diffuse al mondo. Questa grande fortuna ha portato, negli ultimi anni, i produttori del Roero a investire sulla qualità e a riscoprire le tradizioni territoriali, ottenendo anche l’istituzione di un’apposita denominazione. Oggi questa tipologia può essere considerata come portabandiera dei bianchi in Piemonte, così come il Nebbiolo è per i vini rossi.

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L’Arneis è un vitigno piemontese a bacca bianca originario della zona del Roero e diffuso anche nelle Langhe, il cui nome, nel dialetto locale, significa ‘estroverso’ e ‘ribelle’. Presente da secoli nelle colture miste dei contadini, la sua riscoperta e valorizzazione risale agli anni Settanta, quando si è cominciato a vinificarlo in purezza, dando vita a del vino bianco elegante di spiccata personalità e di buona aromaticità. Tra i primi e più celebri esemplari di vino Arneis c’è il Blangè di Ceretto, che divenne il simbolo di un’intera generazione di giovani a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e ancora oggi è una delle etichette italiane più diffuse al mondo. Questa grande fortuna ha portato, negli ultimi anni, i produttori del Roero a investire sulla qualità e a riscoprire le tradizioni territoriali, ottenendo anche l’istituzione di un’apposita denominazione. Oggi questa tipologia può essere considerata come portabandiera dei bianchi in Piemonte, così come il Nebbiolo è per i vini rossi.

Tra Langhe e Roero: le origini dell’Arneis

Il vitigno Arneis è sempre stato coltivato dai contadini del Roero, una zona collinare particolarmente vocata alla viticoltura e situata nell’area nord-orientale della provincia di Cuneo. Il vitigno sembra essere originario proprio di questa ristretta zona geografica, separata dalle Langhe solo dal fiume Tanaro. Storicamente presente nei filari misti dei contadini del luogo, il vitigno si sarebbe diffuso nel corso del Novecento solamente nelle vicine Langhe e, in misura minore, sulle coste settentrionali della Sardegna, rimanendo una varietà autoctona roerina dalla forte identificazione territoriale. Per questo oggi il suo uso è previsto solamente con la specificazione Roero Arneis DOCG, o nel Langhe DOC.

Un documento del 1478 d.C. costituisce la prima testimonianza storica di questa varietà. In quel documento si fa riferimento a un vigneto particolarmente vocato situato alle spalle del borgo di Canale e denominato ‘Bric Renesio’. Dalla storpiatura di questo toponimo deriva probabilmente il nome attuale dell’uva Arneis che, così come è stato tramandato nei secoli, assume in dialetto anche il significato di ‘ribelle’ o ‘estroverso’.

Tradizionalmente i contadini coltivavano l’Arneis insieme ad altre varietà e la utilizzavano solo in uvaggio oppure, in annate poco favorevoli, mescolandola ai vini del Piemonte Barbera e Nebbiolo per ammorbidirne il gusto. Secondo una prassi antica e quasi leggendaria le viti di questa tipologia venivano disseminate tra i filari di Nebbiolo, cosicché gli uccelli potessero mangiare le uve bianche più visibili e aromatiche risparmiando i preziosi grappoli rossi. Le grandi aziende come Cinzano e Fontanafredda le utilizzavano invece per la preparazione di basi per spumanti, spesso in unione al Moscato.

La pratica di utilizzare questa varietà in purezza per produrre vini bianchi fermi è un fenomeno piuttosto recente. I primi a farlo furono gli enologi Umberto Ambrois, Sergio Battaglino, Giovanni Negro e Bruno Giacosa che seguirono l’esempio del pioniere Alfredo Curraro, il quale nel 1967 aveva inaugurato la prima vinificazione in purezza di quest’uva, comprandola dai contadini di Santo Stefano Roero che la chiamavano “Nebbiolo Bianco” e che erano stati radunati appositamente dal parroco del paese. Il grande critico Luigi Veronelli assaggiò questa prima versione e la elogiò sul settimanale Panorama: “un bianco dal nerbo viperino”, “fruttato, fresco, acido, vibra come la coda di una vipera”.

Il grande successo di questa tipologia arrivò a partire dal 1985, quando venne messo in commercio il Ceretto Arneis, vino battezzato con il nome originale e moderno di Blangé, vino Arneis dalle caratteristiche fruttate, intense e generose, il tutto racchiuso da una bottiglia con etichetta di design studiata appositamente dall’architetto milanese Silvio Coppola, ne fece subito un’icona di tendenza e, ancora oggi, è una delle specialità enologiche italiane più conosciute all’estero. Questo successo ha contribuito in maniera rilevante alla valorizzazione del vitigno e molti produttori hanno cominciato a coltivarlo, offrendone interpretazioni interessanti e sempre diverse.

Arneis: caratteristiche e abbinamenti

Il panorama enologico del Piemonte è conosciuto soprattutto per i grandi rossi a base di Nebbiolo ma sempre più apprezzamenti sono riservati anche ai vini bianchi regionali. Tra questi spiccano il Roero Arneis e l’Arneis Langhe DOC, il cui fascino ha permesso di ritagliarsi fette di mercato sempre più ampie sia in Italia che all’estero. Le caratteristiche del vitigno Arneis, unite alle condizioni pedoclimatiche del territorio, permettono produzioni di alto livello, caratterizzate da buon corpo, intensità aromatica e immediatezza espressiva, spesso di ottima qualità considerando il prezzo del vino Arneis. Il territorio più celebre e vocato per questo tipo di uva è il Roero, dove è coltivata da secoli. Per questo le più prestigiose e conosciute espressioni sono tutelate dalla DOCG Roero Arneis. Si tratta di vini bianchi dai profumi generosi, dotati di sapidità e freschezza. I sentori più tipici e territoriali sono quelli di mandorla fresca, agrumi, pesca bianca, fiori bianchi ed erbe aromatiche, con leggere nuance minerali. Se sottoposto ad un periodo di affinamento in botti di legno si carica di struttura e di morbidezza, con sfumature che ricordano il miele, la vaniglia e la frutta tropicale.

Suggeriamo un vino bianco Arneis in abbinamento con piatti di pesce, crostacei, primi piatti con verdure, paste ripiene, affettati delicati e formaggi freschi. Le espressioni più evolute di Arneis possono essere accostate anche a fritture, funghi freschi e carni bianche come coniglio e pollame. In ogni caso è sempre in grado di vivacizzare il convivio con la sua anima piacevole e dinamica, non priva di energia e di espressività.

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