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Trebbiano di Abruzzo

Il Trebbiano d’Abruzzo è tra i bianchi più conosciuti e famosi dell’Italia centro-meridionale ed è prodotto nelle province di Chieti, Pescara, l’Aquila e Teramo a partire dall’omonimo vitigno a bacca bianca, detto anche Bombino. Sin dall’antichità veniva considerato leggero e beverino, utilizzato, come racconta Plinio, per abbeverare i soldati o, in epoca più recente, per impreziosire i grandi bianchi. È apprezzato particolarmente per la sua semplicità e freschezza espressiva, tanto da essere un compagno perfetto da abbinare a menù di pesce. Con il miglioramento delle pratiche enologiche e vitivinicole alcune cantine hanno cambiato radicalmente la sua visione, dando alla luce espressioni eleganti, corpose e dal lungo potenziale di invecchiamento, come quelle simboliche e prestigiose di Emidio Pepe, Valentini e Masciarelli.

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4 -@@-3-Bibenda
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Il Trebbiano d’Abruzzo è tra i bianchi più conosciuti e famosi dell’Italia centro-meridionale ed è prodotto nelle province di Chieti, Pescara, l’Aquila e Teramo a partire dall’omonimo vitigno a bacca bianca, detto anche Bombino. Sin dall’antichità veniva considerato leggero e beverino, utilizzato, come racconta Plinio, per abbeverare i soldati o, in epoca più recente, per impreziosire i grandi bianchi. È apprezzato particolarmente per la sua semplicità e freschezza espressiva, tanto da essere un compagno perfetto da abbinare a menù di pesce. Con il miglioramento delle pratiche enologiche e vitivinicole alcune cantine hanno cambiato radicalmente la sua visione, dando alla luce espressioni eleganti, corpose e dal lungo potenziale di invecchiamento, come quelle simboliche e prestigiose di Emidio Pepe, Valentini e Masciarelli.

Il terroir e la storia fanno la differenza

Il vino Trebbiano d'Abruzzo nasce in un territorio splendido e fatato, in quelle verdi e dolci colline che collegano il Mar Adriatico ai massicci degli Appennini. Tra quest’ultime svettano la Maiella e il Gran Sasso, sede di numerose aree protette della nostra penisola. Scendendo piano piano verso il mare ci si imbatte in una lunga striscia di terra verdeggiante, che si distende per 50 km fino al litorale, costellata da boschi, ulivi e viti. Ci troviamo a circa 500-600 metri sopra al livello del mare dove le brezze marine cullano i vitigni radicati in suoli argillosi e marmosi e stemperano il cocente sole mediterraneo. In più il clima, che risente dell’influenza delle montagne, presenta una forte escursione termica tra notte e giorno, disegnando così un terroir di grandissimo pregio che fa invidia a molti cru francesi. In queste terre la pratica di coltivazione dell’uva è un fenomeno molto antico, probabilmente già in voga ai tempi dei Romani, ma attestato soltanto nel XVI secolo. Il Trebbiano d’Abruzzo con molta probabilità deve il suo nome al Trebulanum, un antico vino, piacevole e leggero, destinato all’esercito, osannato da Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia”. Appartiene alla vasta famiglia dei Trebbiani, che sembrano avere un unico padre fondatore, lo stesso a cui si riferiva Plinio. Le condizioni climatiche, la conformazione del terreno e le differenti esposizioni hanno modificato geneticamente questa uva dando alla luce diversi cloni sparsi nel Centro e Nord Italia. Toscano, abruzzese, bianco, romagnolo e di Soave sono fratelli della stessa famiglia. E’ conosciuto anche sotto il nome di Bombino Bianco, si è guadagnato nel 1994 l’iscrizione come uva autoctona al registro nazionale delle varietà delle viti.

Le caratteristiche del Trebbiano d’Abruzzo

Diffuso unicamente in nella sua regione di origine, questo vitigno presenta un grappolo alato, con acini grandi e giallo-verdastri, ricoperti da una buccia abbastanza spessa. Sviluppa un’acidità forte e accumula pochi zuccheri, caratteristiche fondamentali per mantenersi a lungo nel tempo. Dà alla luce un vino bianco piacevole e beverino, che può diventare più elegante e complesso con l’affinamento in legno e in bottiglia. In tenera età, quindi nelle interpretazioni più giovani e immediate, presenta un color giallo paglierino molto luminoso, quasi come se emanasse luce propria. Con l’affinamento in botte tende a perdere i suoi pigmenti coloranti, gli antociani, vestendosi di un manto giallo paglierino intenso tendente al dorato, fino a raggiungere tonalità oro velato quando viene macerato sulle proprie bucce. Al naso è tendenzialmente poco aromatico, dove i delicati aromi di frutta gialla, agrumi, fiori bianchi e stuzzicanti note marine si rincorrono su una struttura tesa e fresca, leggera e sottile, beverina e succosa. Le versioni più evolute sfoderano un naso più accattivante, dove le timide sensazioni fruttate vengono esaltate, evolute e intensificate dal passaggio in legno. Il bagaglio olfattivo è arricchito da sentori di vaniglia, tocchi tostati, mandorle, spezie dolci e caffè, quest’ultima riscontrabile soprattutto nella versione di Valentini, tra le più grandi eccellenze italiane. Al palato la freschezza non è più la forza trainante, ma contribuisce, insieme alle morbidezze, a formare un corpo strutturato e armonico. Un esempio è fornito dal Trebbiano d’Abruzzo Masciarelli, un modello e un punto di riferimento di tutta la tipologia.

Abbinamenti gastronomici con i piatti della tradizione abruzzese

La cucina abruzzese offre una varietà di piatti sorprendenti, da prodotti a base di ingredienti pastorali a menù a base di pescato dell’Adriatico. Dal punto di vista gastronomico il Trebbiano d’Abruzzo si presta a diversi abbinamenti, generalmente con menù di pesce: da delicati antipasti come tartare, carpacci o insalate di mare, passando per primi piatti, come spaghetti allo scoglio o risotto ai frutti di mare, fino a secondi, come pesce al forno e alla griglia o frittura mista. Se si vuole spendere questo bianco su un prodotto locale consigliamo di abbinarlo con i tipici antipasti di cozze con salsa di zafferano, crudo di calamaretti o crostini alla chietina. Da spendere anche su primi locali, come spaghetti alla chitarra con scampi, pasta con i grandi granchi o maccheroni alla mugnaia con sugo di pesce. Da provare anche su seconde portate tradizionali come il noto scapece o il brodetto di pesce.

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