La Falanghina è uno tra i vitigni a bacca bianca più diffusi e conosciuti della Campania e viene coltivato nella zona montuosa del Sannio, del Beneventano e in alcune aree vulcaniche dei Campi Flegrei. Il nome Falanghina sembra derivare dai grossi pali, detti “falange”, che venivano impiegati fin dai tempi più antichi per sostenere la crescita della vite. Il vino bianco Falanghina è caratterizzato da un colore giallo paglierino di buona luminosità che introduce ad un sorso secco e molto espressivo, al naso vengono percepiti profumi marini, agrumati e minerali. Grazie al suo corpo succoso e fresco viene tradizionalmente abbinata a piatti del pescato tirrenico: pesce azzurro, crostacei e frutti di mare. Su Callmewine puoi scoprire un grande numero di etichette di Falanghina dall’ottimo rapporto qualità-prezzo!
La Falanghina è uno tra i vitigni a bacca bianca più diffusi e conosciuti della Campania e viene coltivato nella zona montuosa del Sannio, del Beneventano e in alcune aree vulcaniche dei Campi Flegrei. Il nome Falanghina sembra derivare dai grossi pali, detti “falange”, che venivano impiegati fin dai tempi più antichi per sostenere la crescita della vite. Il vino bianco Falanghina è caratterizzato da un colore giallo paglierino di buona luminosità che introduce ad un sorso secco e molto espressivo, al naso vengono percepiti profumi marini, agrumati e minerali. Grazie al suo corpo succoso e fresco viene tradizionalmente abbinata a piatti del pescato tirrenico: pesce azzurro, crostacei e frutti di mare. Su Callmewine puoi scoprire un grande numero di etichette di Falanghina dall’ottimo rapporto qualità-prezzo!
La Falanghina è un’antica varietà a bacca bianca che è diventata nel corso degli anni simbolo della Campania, dove tuttora viene principalmente coltivata. L’origine è misteriosa e poco documentata, ma l’ipotesi più accreditata è che sia stata importata dagli Aminei, un popolo nativo della Grecia che colonizzò la Campania. Alcuni studi ampelografici hanno dimostrato che la Falanghina potrebbe essere la figlia dell’antica uva romana Falerno, che dava vita a pregevoli vini bianchi, lodati particolarmente dai Romani e descritti accuratamente in alcuni scritti di Plinio il Vecchio e altri autori latini. Anche l’etimologia del nome sembra derivare dal sostantivo latino falangae, che identificava i pali che sostenevano la vite.
Le prime notizie certificate relative alla Falanghina risalgono a studi dell’Ottocento, in cui veniva tracciato il suo profilo gustativo e la sua diffusione regionale. Prima di questo secolo abbiamo poche informazioni, probabilmente perché per secoli è stata dimenticata e abbandonata a discapito di altre varietà locali. La sua riscoperta è avvenuta soltanto negli ultimi secoli, dimostrandosi un’uva particolarmente resistente alla filossera e in grado di dare ottimi risultati su terreni vulcanici dove questo insetto non riusciva ad arrivare.
Recenti indagini genetiche hanno portato alla luce la presenza di due cloni diversi nel territorio campano: la Falanghina flegrea e la Falanghina beneventana, che, nonostante le sottili differenze di DNA, forma del grappolo e dell’acino, risultano avere profili organolettici simili.
Il successo recente della Falanghina è legato alla mano sapiente di grandi produttori che da quest’uva particolarmente versatile hanno ricavato la Falaghina migliore, come la Falanghina Agnanum, la Falanghina Quinto Decimo e la Falanghina Terre Stregate, in grado con quella tipica freschezza esplosiva e quei delicati profumi mediterranei di raccontare fedelmente l’anima partenopea.
La Falanghina viene coltivata principalmente su tutto il territorio campano e in piccola parte anche in Molise e nel Nord della Puglia. In Campania è diffusa principalmente nella provincia di Benevento, nella prestigiosa area del Sannio e nella zona dei Campi Flegrei, dove, in queste terre, dà vita ad un’espressione vulcanica, molto sapida e minerale.
La migliore Falanghina viene spesso coltivata sui terreni vulcanici e prende il nome di Falanghina del Sannio, questo tipo di suolo conferisce uno spettro minerale molto gradevole. Il clima fresco e mediterraneo garantisce la produzione di uve di qualità che originano vini dal profilo secco e marino, dotati di profumi di agrumi e fiori bianchi. La Falanghina del Sannio deve avere un titolo alcolometrico minimo di 10,5%, portato a 11% nelle sottozone, e può essere prodotta anche nelle versioni spumantizzate o passite.
Il vino Falanghina si presenta nel calice con una veste giallo paglierino luminoso, che richiama il colore del cuocente sole mediterraneo che scalda la terra partenopea. Gli aromi sono ricchi ed espressivi, floreali e fruttati, con sfumature minerali in base alla zona di produzione. Erbe aromatiche, frutta gialla e richiami salmastri sono altre componenti riscontrabili nel tipico ventaglio olfattivo. Il sapore è spesso succoso e delicato, guidato da una vibrante freschezza e da un piacevole retrogusto sapido.
Generalmente viene servita ad una fresca temperatura che può variare tra gli 8 e i 12 °C in calici di media apertura. Si tratta di un bianco molto versatile, per questo la Falanghina può essere facilmente abbinata con molte portate a base di pesce, come spaghetti alle vongole, risotto ai frutti di mare, insalata di mare, tartare di pesce, fritto di mare, pesce alla griglia e crostacei al vapore. Un abbinamento consigliato è di provarlo su una buona pizza margherita della tradizione napoletana.
La Falanghina è un vino bianco campano perfetto per aperitivi e pranzi spensierati con amici e parenti, infatti con pochi euro si possono trovare bottiglie di ottima qualità.
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