Vini Langhe

I vini delle Langhe sono figli di un territorio collinare compreso tra le province di Cuneo e Asti, riconosciuto, per la bellezza paesaggistica e la straordinaria vocazione vitivinicola, come Patrimonio dell’Umanità. Stiamo parlando di alcune delle più prestigiose e celebri espressioni del panorama enologico italiano: soprattutto grandi rossi da invecchiamento, ma anche spumanti, bianchi, dolci e aromatici. Barolo e Barbaresco sono i nomi più altisonanti, assieme ad altre DOCG più recenti come Dogliani e Dolcetto di Diano d’Alba, senza dimenticare la celebre DOC Barbera d’Alba. Se il Nebbiolo è protagonista del territorio, tra i vitigni a bacca bianca stanno riscuotendo attenzioni sempre maggiori anche l’Arneis e il Moscato Bianco, senza tralasciare lo Chardonnay, alla base del Metodo Classico Alta Langa. Pur rimanendo legato alla fama dei suoi grandi rossi da Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, oggi i produttori locali stanno valorizzando una vasta eterogeneità di vitigni e tradizioni, dimostrando grande vitalità.

Langhe
594 Risultati
Nebbiolo Parusso 2022
89
90
90
4
19,90 
Derthona Borgogno 2022
4
3
92
92
35,00 
Barolo Pio Cesare 2020
92
2
3
94
61,90 
Barolo di Serralunga Principiano 2020
4
3
43,53 
BEST PRICE
Barbera d'Alba Superiore Scarzello 2021
2
4
3
21,00 €
-10%
18,90 
Promo
Spumante Metodo Classico Pas Dosé Blanc de Blancs Marcalberto
3
3
4
34,90 
BEST PRICE
Barolo 'Monvigliero' Luigi Einaudi 2020
2
4
93
78,00 
BEST PRICE

I vini delle Langhe sono figli di un territorio collinare compreso tra le province di Cuneo e Asti, riconosciuto, per la bellezza paesaggistica e la straordinaria vocazione vitivinicola, come Patrimonio dell’Umanità. Stiamo parlando di alcune delle più prestigiose e celebri espressioni del panorama enologico italiano: soprattutto grandi rossi da invecchiamento, ma anche spumanti, bianchi, dolci e aromatici. Barolo e Barbaresco sono i nomi più altisonanti, assieme ad altre DOCG più recenti come Dogliani e Dolcetto di Diano d’Alba, senza dimenticare la celebre DOC Barbera d’Alba. Se il Nebbiolo è protagonista del territorio, tra i vitigni a bacca bianca stanno riscuotendo attenzioni sempre maggiori anche l’Arneis e il Moscato Bianco, senza tralasciare lo Chardonnay, alla base del Metodo Classico Alta Langa. Pur rimanendo legato alla fama dei suoi grandi rossi da Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, oggi i produttori locali stanno valorizzando una vasta eterogeneità di vitigni e tradizioni, dimostrando grande vitalità.

Il vino delle Langhe, tra DOC e DOCG

La grande fortuna vitivinicola del territorio è dovuta alla secolare capacità dei viticoltori di individuare e valorizzare le micro-aree più vocate, potendo contare su condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli. I vini del Piemonte, quelli più rinomati che qui vengono prodotti nascono infatti dalla irripetibile sinergia tra vitigno e ambiente pedoclimatico. Mappando ogni comune, ogni cru e ogni vigneto è stato possibile capire in quali particolari appezzamenti le varietà di uva potessero esprimersi al meglio, ricavando il massimo da ognuna di queste. Le più celebri espressioni sono state insignite, nel corso degli anni, della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, con eventuali menzioni geografiche aggiuntive.

I vini delle Langhe più celebri e prestigiosi sono senz’altro il Barolo e Barbaresco, entrambi figli del Nebbiolo, vitigno autoctono coltivato nelle aree più vocate della provincia di Cuneo. Il Barbaresco è prodotto nelle colline dei comuni di Barbaresco, Neive e Treiso, oltre che nella piccola frazione di San Rocco Seno d’Elvio; il territorio del Barolo si estende invece su 11 comuni: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello e Grinzane Cavour. Più semplici espressioni di Nebbiolo rientrano invece nelle Doc Langhe e Nebbiolo d’Alba. Altre Docg strettamente territoriali sono quelle di Dogliani e di Dolcetto di Diano d’Alba, entrambe ottenute vitigno Dolcetto e ricadenti negli omonimi comuni. Le altre espressioni dello stesso vitigno prodotte nelle colline langarole ricadono nella più generica Doc di Dolcetto d’Alba. Strettamente legato ad un ristretto territorio di produzione è anche il Pelaverga di Verduno, ottenuto nell’omonimo comune. Una delle più celebri e diffuse denominazioni è quella della Barbera d’Alba, nata dal vitigno più diffuso di tutto il territorio, tradizionalmente utilizzato per la produzione di rossi per la tavola quotidiana.

Non solo grandi rossi

Il vino Langhe non è solo rosso e, oggi, sempre più produttori stanno cercando di diffondere e valorizzare anche le varietà autoctone a bacca bianca. Oltre al Moscato, tradizionalmente coltivato per la produzione di bollicine dolci e aromatiche, esistono anche: Arneis, Favorita e Nascetta, vinificati secchi e fermi. Anche i vitigni internazionali stanno guadagnando terreno e alcuni produttori oggi dedicano piccole parti di vigneto a Riesling, Chardonnay e Viognier. Molto più spesso questi vitigni vengono usati anche per la produzione di spumanti, tra cui si distingue l’area dell’Alta Langa, divenuta il punto di riferimento del Metodo Classico piemontese, a partire dai vitigni Chardonnay e Pinot Nero.

Clima e suolo: le caratteristiche pedoclimatiche

La qualità del vino delle Langhe è il frutto non solo di virtuose tradizioni produttive ma anche di caratteristiche pedoclimatiche particolarmente favorevoli. Il territorio si trova nella parte meridionale del Piemonte, in stretta vicinanza con le Alpi Marittime e l’Appennino Ligure. Tutta l’area è immersa in un clima temperato subcontinentale, con tantissime variazioni dovute alla presenza eterogenea di valli e colline con quote altimetriche differenti. Per questo motivo le micro-aree sono diversificate per esposizione, temperature e ventosità. La patria del Dolcetto per esempio, identificabile nella zona di Dogliani, è costituita da dorsali collinari alte e strette affacciate verso la fredda pianura di Cuneo; l’area del Barolo invece è più mite e temperata, influenzata sia dai venti alpini che dalla calda umidità della valle del Tanaro.

Da un punto di vista geologico queste colline sono composte da rocce stratificate, formatesi a partire da 12 milioni di anni fa, attraversando diverse ere geologiche. Tra le formazioni più diffuse, un posto di rilievo rivestono le Marne di Sant’Agata, che caratterizzano i suoli in cui oggi si producono il Barolo e il Barbaresco e che sono responsabili, insieme a molti altri fattori, dell’eleganza e della tipicità di queste tipologie.

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