Il Chianti Classico è uno dei più celebri simboli enologici della Toscana, un vino rosso nato nell’antico territorio in cui storicamente si producevano i migliori della regione. Questa zona si identifica con le province di Firenze e Siena e comprende 9 comuni dalle caratteristiche uniche. Ottenuto in prevalenza da uve Sangiovese, è versatile e generoso, dotato di complessità e profondità, dai toni speziati e dalla piacevole persistenza. Il simbolo distintivo che da sempre identifica le bottiglie di questa tipologia è il marchio del Gallo Nero, simbolo dell’antica Lega Militare del territorio, riprodotto dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento all’interno di Palazzo Vecchio a Firenze. In questo caso è evidente come arte, cultura e tradizione si fondino insieme dando vita ad espressioni enologiche importanti e di alta qualità, affascinanti e ricche di storia.
Il Chianti Classico è uno dei più celebri simboli enologici della Toscana, un vino rosso nato nell’antico territorio in cui storicamente si producevano i migliori della regione. Questa zona si identifica con le province di Firenze e Siena e comprende 9 comuni dalle caratteristiche uniche. Ottenuto in prevalenza da uve Sangiovese, è versatile e generoso, dotato di complessità e profondità, dai toni speziati e dalla piacevole persistenza. Il simbolo distintivo che da sempre identifica le bottiglie di questa tipologia è il marchio del Gallo Nero, simbolo dell’antica Lega Militare del territorio, riprodotto dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento all’interno di Palazzo Vecchio a Firenze. In questo caso è evidente come arte, cultura e tradizione si fondino insieme dando vita ad espressioni enologiche importanti e di alta qualità, affascinanti e ricche di storia.
La storia del Chianti Classico è antica e intimamente legata ad una storica zona di produzione. Basti pensare che già nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici aveva emesso un bando per circoscrivere l’area vitivinicola più vocata per la sua produzione. Questo atto ufficiale testimonia come l’area sia stata la prima zona vitivinicola al mondo ad essere definita per legge. Questo bando, intitolato Sopra la Dichiarazione de’ Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Vald’Arno di Sopra, individuava con lungimiranza un territorio di produzione meritevole di tutela e istituiva una congregazione di vigilanza sulla produzione, la spedizione e il controllo contro le frodi.
Il grande successo della produzione vinicola toscana portò alla necessità di tutelare e valorizzare le migliori espressioni. Per questo il 14 maggio del 1924 venne fondato un “Consorzio” per la difesa di questo magnifico prodotto delle terre toscane. Il suo marchio identificativo fu sin da subito il Gallo Nero, simbolo storico della Lega Militare, nato a partire da una leggenda locale. Si racconta infatti di come Firenze e Siena, per mettere fine alle rivalità, vollero stabilire i confini dei rispettivi territori.
Non riuscendo a trovare un accordo decisero allora di sfidarsi in una gara: all’alba, al canto del gallo, sarebbe partito un cavaliere da Firenze come da Siena e il punto del loro incontro avrebbe stabilito il confine tra le due repubbliche. I Fiorentini adottarono uno stratagemma: tennero a digiuno il proprio gallo nero per farlo cantare prima del sorgere del sole, permettendo quindi al loro cavaliere di partire in anticipo e percorrere più strada.
Nel 1967 venne definitivamente consentita la menzione di Classico al disciplinare di produzione del Chianti, che divenne una DOCG autonoma a partire dal 1996. Si tratta di una tipologia che può vantare una storia di oltre 300 anni, tra le più celebri in tutto il mondo.
Il primo disciplinare che ammetteva l’esistenza della menzione di Classico Chianti era una DOC del 1967, sostituita poi da una DOCG nel 1984 e, infine, da un disciplinare autonomo nel 1996, definitivamente volto alla massima tutela e valorizzazione dello storico territorio di produzione, limitato a soli 9 comuni delle provincie di Firenze e Siena, tutti nella stessa medesima area che ha dato il nome al vino Chianti Classico.
Le migliori bottiglie nascono da uve Sangiovese per almeno l’80%, con eventuale aggiunta di altre uve a bacca rossa, sia autoctone che internazionali. Sono da considerare idonei quei vigneti siti ad un‘altitudine non superiore ai 700 metri sopra il livello del mare, allevati a guyot, ad archetto toscano o a cordone speronato.
Possono essere commercializzate soltanto a partire dal 1 ottobre dell'anno successivo alla vendemmia. Il Chianti Classico che si fregia della denominazione Riserva può essere immesso al consumo solo dopo 24 mesi di invecchiamento mentre le etichette Gran Selezione devono essere sottoposte ad un affinamento di almeno 30 mesi. Quest’ultima versione occupa il vertice più alto della piramide di questa tipologia.
Il simbolo del Gallo Nero, rilasciato dall’apposito Consorzio, contraddistingue tutte le bottiglie che rispecchiano questo disciplinare e che si indentificano quindi con lo storico territorio di produzione.
I Chianti Classici si presentano alla vista con un colore rosso rubino più o meno intenso, sfumato su note più intense e tendenti al granato con l’invecchiamento nelle versioni Riserva e Gran Selezione. Le sensazioni odorose sono di norma intense e identitarie, spesso tendenti verso note evolute e persistenti. Al palato sono secchi, freschi, sapidi e dal tannino sottile e avvolgente, caratteristiche che si esaltano nelle migliori realizzazioni come quelle del Chianti Classico Antinori, forse la più famosa cantina che realizza questo fantastico prodotto.
Per degustare al meglio le espressioni più corpose e importanti si consiglia di aprire la bottiglia qualche ora prima e di usare un bicchiere a tulipano di bell’ampiezza. La temperatura di servizio consigliata si attesta sui 16°-18°C.
Le espressioni più giovani e meno impegnative rivelano sempre una grande piacevolezza di beva e si accompagnano molto bene piatti a base di carne bianca e grigliata, minestre e zuppe tipiche della Toscana e formaggi di ogni sorta. Le versioni più importanti e strutturate invece sono un sicuro supporto a pietanze più saporite: selvaggina, arrosti, stracotti e brasati e formaggi molto stagionati. L’abbinamento più classico e tradizionale è però unico e famosissimo, divenuto una grande certezza internazionale: la bistecca alla fiorentina.
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