Il vino Soave è uno dei vini bianchi italiani più amati e diffusi. Viene prodotto dall’uva bianca veneta per eccellenza, la Garganega, in un territorio collinare di antica origine vulcanica ad ovest del comune di Verona, in quello che oggi rappresenta il vigneto più grande d’Europa per estensione. L’area più antica della denominazione, comprendente il comune di Soave e quello di Monteforte d’Alpone, viene definita Soave Classico ed è prevista anche la menzione Superiore per le espressioni più intense e complesse, a volte affinate in botti di legno. In generale questa tipologia è caratterizzata da un profilo organolettico delicato, fresco e minerale, dai tratti armonici e dal finale piacevolmente ammandorlato.
Il vino Soave è uno dei vini bianchi italiani più amati e diffusi. Viene prodotto dall’uva bianca veneta per eccellenza, la Garganega, in un territorio collinare di antica origine vulcanica ad ovest del comune di Verona, in quello che oggi rappresenta il vigneto più grande d’Europa per estensione. L’area più antica della denominazione, comprendente il comune di Soave e quello di Monteforte d’Alpone, viene definita Soave Classico ed è prevista anche la menzione Superiore per le espressioni più intense e complesse, a volte affinate in botti di legno. In generale questa tipologia è caratterizzata da un profilo organolettico delicato, fresco e minerale, dai tratti armonici e dal finale piacevolmente ammandorlato.
Il Soave vino denota fin dalla denominazione l’area precisa di provenienza. Il nome della zona deve la sua origine alla parola ''Suaves'', appellativo con cui si identificavano gli Svevi quando giunsero in Italia con le truppe del re longobardo Albonio. Già all’epoca dei romani erano fiorenti diverse coltivazioni, non a caso la zona era considerata ''pagus'', ovvero distretto campagnolo circoscritto, a testimoniare la sua vocazione per le attività agricole.
L’importanza della viticoltura aumentò dal periodo del Medioevo, epoca in cui fu costruito anche l’affascinante castello sito nella città di Soave e ancora oggi visitabile. Sempre all’interno dello stesso comune è possibile vedere, presso il Palazzo di Giustizia, una lapide muraria del 1300 che testimonia l’importante tradizione locale nella produzione di vini veneti, a conferma dell’innata vocazione produttiva della zona.
Nel corso del tempo la tecnica enologica ha reso possibile un cambio di paradigma per questa interpretazione, non a caso il Soave Doc, basato per tanto tempo sulla quantità, si è via via legato sempre più a standard qualitativi elevati. Stili innovativi che hanno permesso la creazione di vini meno semplici e immediati, ricorrendo anche all’utilizzo di botti di legno e a periodi di affinamento ulteriori per ottenere risultati più complessi nei Soave Superiori. I risultati esprimono principalmente sensazioni fruttate e floreali, in varie sfumature, e una nota prevalentemente fresca al palato.
Il vino Soave Classico rispecchia la provenienza dalla zona storica di produzione, che coincide con il comune di Soave e con quello di Monteforte d’Alpone. L’affinamento prevede un periodo di almeno tre mesi all’interno di contenitori inerti, come l’acciaio o il cemento, e questo dimostra la volontà produttiva volta ad ottenere un vino bianco dalle note fresche e in grado di esprimersi gradualmente nel tempo mantenendo le sue caratteristiche primarie.
Il grande protagonista di questo bianco è rappresentato principalmente dall’uva Garganega, presente per legge per almeno il 70%, eventualmente unita ad altre uve a bacca bianca fino ad un massimo del 30%, tra cui è da segnalare in particolar modo il Trebbiano. Tuttavia è proprio l’uva Garganega il vero fulcro di questa tipologia: un vitigno su cui si concentrano maggiormente i produttori poiché ha dimostrato un grande potenziale qualitativo e di eleganza.
Il vino bianco Soave si presenta anche nella versione Soave Superiore DOCG. L’elevazione collinare permette di scoprire le espressioni migliori di questo campione, capace di mantenere la caratteristica brillantezza di un giovane bianco, ma in grado di esprimere più intensità e profondità all’esame organolettico.
All’esame visivo generalmente il calice è colorato da note non troppo cariche e trasparenti: in base agli affinamenti si progredisce da sfumature verdoline sino a tratti dorati più preziosi. Oltre alle già citate caratteristiche organolettiche va sottolineata la grande capacità di invecchiamento del Soave grazie all’ottima struttura che lo caratterizza.
Al palato del Soave vino si denota anche una piacevole morbidezza e rotondità, avvertibili mai in maniera eccessiva e in grado di donare un grande equilibrio al sorso. In ambito gastronomico gli accompagnamenti ideali sono quelli con piatti in cui vengono esaltati profumi e sapori, come quelli a base di pesce e crostacei non troppo elaborati per le versioni più giovani. Per le versioni più evolute e complesse sono perfetti anche pietanze a base di legumi e carni bianche saporite, ma anche formaggi di media stagionatura.
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